Comunali di Campobasso. Qualcosa si muove.

comunalicbSembrava che i Partiti ed i politici locali avessero dimenticato che a fine maggio si vota per il rinnovo dell’amministrazione del Capoluogo. Tutti presi da altri temi, lasciando scorrere quel tempo necessario a creare un vero dialogo, avviare dei confronti con la gente, porre in essere attività concrete di indagine e studio del territorio per costruirci sui un programma serio e concreto. Un’occasione persa, questa, in cui si è pensato a parlar male di questo o di quello, non concentrandosi su un un qualcosa da creare, mettendo al centro i bisogni della comunità e non quelli dei soliti vecchi rimbambiti della politica. Ma tant’è.

Comunque, giusto per formalità, a circa 100 giorni dalla presentazione delle liste i partiti si alzano dal letto, infilano le ciabatte e pensano alle primarie, sempre nell’ottica di uno scambio funzionale a mantenere lo status quo di questo o di quell’altro. Della serie, il segretario è mio il sindaco è tuo, il coordinatore è tuo e il sindaco è mio e così via. Il centro sinistra cittadino, dopo una riunione tenutasi lunedì scorso ha ufficializzato le primarie per la scelta del candidato sindaco che si celebreranno il prossimo 23 marzo. Ad indirle e quindi a parteciparvi, PD,SEL,IDV,PDCI,PSI.
Ciò significa, in termini numerici, che il candidato di centro sinistra, salvo defezioni improbabili, avrà dalla sua parte almeno cinque liste, oltre quella del Sindaco. Un buon punto di partenza di questi tempi, in cui sarà difficile trovare candidati considerata l’estrema difficoltà nell’accaparrarsi uno scranno in Municipio. Eh si, considerato che si voterà per 30 e non 40 consiglieri, considerarti gli uscenti, le quote rosa, il candidato sindaco perdente, se si azzecca il sindaco vincente e la lista giusta, bisogna godere di almeno 250 preferenze per sperare di farcela. Malgrado ciò, tornando alla situazione politica, il centro sinistra si presenterà alla primarie con vecchi e nuovi volti, che comunque riproporranno  nuovamente la sfida tutta interna la Pd tra l’asse Fanelli-Frattura e quello Ruta-Leva. Da un lato, infatti, il rinnovamento con le candidate Carmela Lalli, donna di fiducia del Governatore e Bibiana Chierchia, insegnate, non politicamente esperta ma comunque attiva nel mondo dell’associazionismo e delle politiche sociali.
Tra le novità introdotte per le primarie, poi, pare che saranno aperte anche ai giovani di 16 e 17 anni, dato questo che porterebbe dei vantaggi innegabili all’attivista di Sel ma che sarà sostenuta anche dai Comunisti italiani. All’altro angolo del ring, l’usato garantito proposto dai conservatori, che si traduce in Augusto Massa e Antonio Battista.  I due storici esponenti della sinistra locale, per quanto partirebbero svantaggiati in un discorso di rinnovamento dall’odore nazionale, sanno bene che il radicamento sulla città, che si rinnova ogni giorno con contatti, incontri e visite a domicilio può  fare la differenza. Quindi, attenzione a porre affrettate conclusioni.
Non solo questi quattro nomi, comunque, orbitano nella galassia di centro sinistra. Sembrerebbe infatti che Pierpaolo Nagni che di politiche cittadine se ne intende, voglia far parte attivamente della partita, presentando un nome da tirar fuori all’ultimo momento e che potrebbe fare un’ottima sintesi nella coalizione. Qualche mal pensante, sulla cosa, parla di una sua diretta discesa in campo, considerato che da un momento all’altro potrebbe scatenarsi un putiferio a livello regionale e la sua poltrona da esterno potrebbe essere messa in discussione proprio dai suoi colleghi di partito.
Come si suol dire, se Sparta piange Atene non ride. Nel centro destra, si sta lavorando al regolamento delle primarie che dovrebbero svolgersi entro la prima quindicina del mese di febbraio e che vedrebbero ai blocchi di partenza tre candidati, almeno per ora. Non nasconde da tempo le proprie ambizioni Salvatore Colagiovanni che potrebbe godere dell’avallo del Nuovo centro Destra e di qualche associazione. Poi troviamo Nicola Cefaratti, che fin quando non risolverà la questione legata alla sua figura di Assessore della giunta Di Bartolomeo, non può definitivamente affermare di scendere in campo. Cefaratti, comunque, uomo di Forza Italia, rappresenterebbe l’area di Michele Iorio e di ciò che resta del suo entourage e del suo  elettorato a Campobasso.
Altro nome dell’ultima ora, che anche a Iorio non dispiacerebbe è quello di  Antonio Francioni, ex Direttore Generale della Regione Molise. Candidato che a livello tecnico non avrebbe rivali ma che non è conosciuto a livello cittadino. Circostanza questa che nell’elezione di u n grande Paese come Campobasso risulta determinante. Ovvio e probabile che a questi tre qualche altro nome potrà accodarsi, anche perché se l’offerta resta tale e se la matematica resta valida, il centro destra partirebbe già con un Gap in termini di candidati e quindi di partecipanti alle primarie. Sul pezzo tenta di restare anche l’Udc che per bocca di Pippo Sabusco ha affermato di voler proporre un proprio uomo in solitaria, ma a giudicare dalla situazione interna, piuttosto confusa, di quel partito sembra improbabile che tale eventualità
Dopo questo scenario verosimile, ma in continua metamorfosi, si passa ai candidati in autonomia: Pino Saluppo e Luigi di Bartolomeo. Il primo sta lavorando da mesi al suo progetto che ha presentato ufficialmente e che vede tre liste a suo sostegno,  conducendo una campagna elettorale di prossimità sin dallo scorso autunno . Un buon risultato già questo ottenuto dal collega che è riuscito ad unire candidati a proprio favore, racchiudendoli un progetto trasversale. Idea questa di Saluppo a cui fin dall’inizio strizza l’occhio il centro sinistra poiché andrebbe comunque a rosicchiare preferenze al centro destra considerata l’estrazione  e la storia del Candidato.
Dulcis in fundo troviamo il sindaco uscente Di Bartolomeo che non ne vuole sapere ne di primarie ne di condivisione. Della serie io sono il candidato uscente, dunque ho la priorità. Alla base della forte richiesta il fatto, a suo proferire, di aver lavorato per la città, chiedendo e facendo solo  sacrifici. Condizione questa che lo spinge a reclamare il secondo mandato in cui potrebbe, concretamente operare  per la città che ha attraverso un nuovo quinquennio economicamente più favorevole.Dalla sua parte troviamo i fedelissimi di sempre, tra cui gli assessori uscenti, a cui mancherebbe certamente Cefaratti e qualche consigliere di legislatura che comunque avrebbe problemi a riposizionarsi in consiglio, sempre per la filastrocca dei numeri sopra descritta. Anche questa candidatura solitaria potrebbe giovare al centro sinistra in quanto Di Bartolomeo, continua ad ostentare la sua appartenenza a Forza Italia ed al centro destra e dunque godrebbe del sostegno di parte dell’elettorato di quel Partito, oltre che dell’elettorato cosiddetto di sistema che comunque un amministratore in cinque anni si crea.
Tanto per non farci mancare nulla, abbiamo assistito alla nascita di singoli progetti e  di liste autonome che sono sulla finestra e  attendono gli esiti delle primarie delle coalizioni per scegliere con chi concorrere. Parliamo di Segnale Civico, gruppo composto da giovani campobassani intraprendenti e volenterosi del capoluogo e la compagine capeggiata dal sindaco di Gambatesa, Emilio Venditti, a cui potrebbero aderire anche alcuni nomi di rilievo della politica cittadina, che sta allestendo una lista In conclusione, questa una “bozza” della mappa che interessa il rinnovo del consiglio comunale di Campobasso. Giochi e giochetti che vedranno la ricerca del migliore assetto e del migliore accordo fino all’ultimo momento possibile. Una cosa questa che ciclicamente si ripete e che purtroppo a tutto guarda, tranne che allo sviluppo di una città che ancora non riesce ad uscire dalle paludi di una gestione antica e retrograda della cosa pubblica e che si ripete da 20 anni.
L.T.

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