Campobasso, la scuole insicure e gli amministratori inefficienti

La relazione della Procura sulla situazione in cui versa il sistema scolastico regionale in tema di sicurezza, pur avendo svelato una situazione che in parte era ipotizzabile, è caduta come un macigno sulla testa degli amministratori locali, i quali adesso non avranno scuse utili a giustificare il loro immobilismo. Non a caso subito sono iniziate le loro precisazioni, a cominciare dai sindaci di Riccia e Larino, che hanno dichiarato che le loro scuole sono sicure ed efficienti. Silenzio da parte del primo cittadino di Campobasso, visto che dalla relazione emerge chiaro l’altissimo livello di rischio sismico in cui si trovano quasi tutti i plessi scolastici cittadini. Come è potuto succedere? All’indomani della terribile tragedia del terremoto del 2002, in tutti i comuni molisani, anche quelli di piccole dimensioni, è partita la protesta collettiva sullo stato di precarietà dell’edilizia scolastica; nel mentre a Campobasso si preferiva discutere dell’argomento, organizzando convegni e tavole rotonde al tema. Tutti i politici regionali, espressione di un dato territorio, si sono attivati per far costruire scuole nuove ed antisismiche, ovunque, anche in questo caso tranne che a Campobasso. Il risultato è che i paesi, per loro fortuna, hanno scuole moderne, piene di confort, anche con impiantistica sportiva a corredo, ma quasi prive di alunni; ci sono plessi di 100-150 alunni per il totale dei corsi scolastici, anche pluriclasse; nel capoluogo di regione, invece, circa 12.000 alunni si recano ogni mattina in edifici privi di tale garanzia. In questa corsa campobassana all’indifferenza ed all’inefficienza nessuno è escluso, sia esponente di centro destra che di centro sinistra, anche se i secondi, avendo governato nel periodo per un numero maggiore di anni, avranno certamente maggiori responsabilità. Dal 2002 tutti i nuovi amministratori cittadini hanno messo al primo posto del programma elettorale la sicurezza nelle scuole; il famoso ‘big Gino’ la definì la priorità assoluta, quasi esclusiva; ma anche nel suo quinquennio di governo non si è visto quasi nulla di nuovo e lo stesso dicasi anche del successore, naturalmente, cioè l’attuale sindaco. Poi c’è il paradossale. Non è passato molto tempo da quando l’Amministrazione comunale di Campobasso ha annunciato il Piano da 14 milioni di euro (che per la situazione attuale sono comunque bruscolini). Di che cosa si tratta? Di una famosa scheda tecnica di finanziamenti disponibili a favore del Comune. Il riparto dei fondi proviene da risorse FSC 2000/2006 dell’Accordo di programma tra Regione e Comune, relativo al noto piano “Sistema scuole sicure, città, mobilità cittadina” del 07 novembre 2011.  Siamo nel 2017 e quei fondi sono ancora a diposizione degli enti preposti a spenderli. Tradotto dal politichese: una programmazione finanziaria di 11 anni addietro (FSC 2000/2006), ancora non porta risultati concreti, cioè interventi sugli edifici. E’ stata frutto di rimodulazione quasi infinita che ha portato solo al protrarsi dei tempi burocratici. Da allora a Campobasso si è visto solo il trasferimento di alcune scuole nei locali dell’Università, solo grazie alla buona volontà del rettore, di altre nel palazzone della cosiddetta ‘Casa dello studente’ in zona di San Giovannello, immobile nuovo e sicuro, certo, dove oggi gli alunni sono costretti a fare piani di scale (cinque se non andiamo errati) per uscire, speriamo non in situazione di emergenza.  Per il resto sono state costruite due ‘scuolette’ (in via Berlinguer ed a ridosso della ‘Colozza’), che al confronto dei plessi scolastici costruiti nei paesi sembrano le casette dei lillipuziani. E’ stato annunciato il super progetto di Via Crispi, di cui ancora non si vede neanche la posa della prima pietra; quindi da allora ad oggi, solo chiacchiere e scusanti, da parte di tutti. L’edilizia scolastica è la pietra dello scandalo delle amministrazioni comunali campobassane, nessuna esclusa. Di spiragli di luce all’orizzonte neanche l’ombra.

Stefano Manocchio

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