Campobasso/ Interesse ed attenzione per la sfilata della rievocazione storica della pace tra Crociati e Trinitari

di Stefano Manocchio

Sarà una domenica da ricordare per due eventi la giornata di ieri: la riapertura della Cattedrale di Campobasso e la sfilata in città del corteo dei figuranti della rievocazione della pace tra Crociati e Trinitari. Sulla prima questione rimarranno i dubbi sui ritardi che hanno accompagnato tutta la durata dei lavori e che non sono stati chiariti a sufficienza dai soggetti istituzionali all’uopo deputati. Ma tant’è, l’importante è che il monumento sia stato riaperto al culto ed anche alla vista di campobassani e turisti, essendo lo stesso, unitamente al Castello Monforte, la cartolina d’ingresso a Campobasso per tutte le persone interessate a capirne la storia, recente o antica.

La sfilata di ieri mattina, dal Corso principale al centro storico, invece, reitera la buona abitudine che tutte le amministrazioni civiche dovrebbero avere nel solco della valorizzazione delle radici storiche della città e che a Campobasso per troppo tempo sono state dimenticate, non tanto dai campobassani, quanto dalla politica istituzionale.

Il corteo, gli uomini a cavallo, la lettura dei testi della pace tra le due confraternite e lo spettacolo degli sbandieratori nella villa del Municipio hanno attirato l’attenzione dei presenti; alla fine sono stati tanti i giudizi positivi tra la gente.

Ben vengano le rievocazioni storiche e si faccia in modo di farle diventare una costante, non solo per finalità turistiche, ma anche per creare il filo di collegamento tra popolazione e pubblica amministrazione. La speranza è che, come in verità si è iniziato a fare da alcuni anni, anche altre tradizioni, considerate ‘minori’ (leggi festa del patrono cittadino) vengano rinverdite e potenziate.

Ma non è questo il momento per le polemiche, perché ieri abbiamo vissuto una bella domenica, di svago ma anche di giusto recupero della memoria storica: e dalle nostre parti non è poco.

TUTTE LE FOTO NEL PRESENTE ARTICOLO SONO A CURA DI STEFANO MANOCCHIO

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