Campobasso/ Festeggiamenti per il Corpus Domini: la prova del nove per l’amministrazione Gravina

di Stefano Manocchio

Sarà la prova del nove per l’amministrazione Gravina; il cartellone per il Corpus Domini riveste importanza vitale, sia a livello d’immagine che nella sostanza, nel prosieguo della legislatura dei Cinque Stelle a Campobasso. Con ciò non vogliamo dire che vi siano elementi di rottura tali da metterne in discussione il cammino fino al prossimo anno, ma solo che l’evento ‘spettacolare-religioso’ mai come quest’anno è stato importante e sentito per la città.

E’ innanzitutto il simbolo del ritorno alla normalità, pur con i tanti dubbi sullo scampato pericolo pandemico che non è affatto da considerare alle spalle; ma il ritorno degli ‘ingegni’ del Di Zinno dà all’intera manifestazione, bancarelle comprese, un ruolo di primaria importanza nella voglia di ripresa.

La popolazione attende la Sfilata dei Misteri: ma anche se presumibilmente non si ripeterà esattamente il record di presenze degli anni ‘pre pandemia’ in questo evento c’è tutto, dalla voglia di divertirsi al riscatto sociale, alla scaramanzia. Il secondo aspetto riguarda invece la parte degli spettacoli, che sono nella qualità essenzialmente canori. Piaccia o non piaccia i ‘concertoni’ sono due (anzi tre considerando quello fuori cartellone di Elisa che si terrà pochi giorni dopo la fine dei festeggiamenti) e di qualità. Mario Biondi e Litfiba: due eventi importanti ed in maniera ravvicinata, che richiederanno uno sforzo organizzativo imponente. Lasciamo perdere la polemica sul costo biglietti, perché poi su questo argomento ognuno la pensa in maniera soggettiva e diversa dall’altro. Terzo punto: i costi della manifestazione che sono considerevoli per le casse del Comune.

Quasi 400mila euro per una programmazione ‘ristretta’ non sono pochi e non sfugge all’occhio il fatto che siano anche questi concentrati sostanzialmente sugli eventi canori, fatta eccezione per i  90mila euro circa all’associazione che gestisce direttamente la Sfilata dei Misteri, con impegno (anche economico) e dedizione. I numeri della presenza dei Litfiba sono alti in tutto: nel cachet alla ‘band’ come nei costi per il service organizzativo. Ma tant’è: i nomi sono ‘forti’, lo spettacolo sarà garantito e la qualità si paga.

Un’ultima polemica è stata quella sulla collocazione delle bancarelle che è quella di sempre e che certamente, con la pandemia comunque in atto, fa sorgere più di un dubbio sull’opportunità di allocare tutto in un budello ristretto e in alcune strade cittadine. Si era detto che i posti sarebbero stati distanziati ed in numero non eccessivo, ma il primo impatto visivo è differente; a titolo personale dico di non condividere la scelta fatta dall’Amministrazione comunale, che porterà all’affollamento di persone in alcuni punti che sono ‘imbuti’ naturali e ad assembramenti esagerati. Si spera nel senso di responsabilità dei visitatori, ma il clima di festa naturalmente confligge con la razionalità. Le soluzioni periferiche erano state trovate, ma obiettivamente sarebbero state ben poco remunerative per gli ambulanti e soprattutto non adeguate visti i costi alti dell’affitto per lo spazio pubblico occupato. L’economia regola tutto e certo i festeggiamenti per il Corpus Domini non sfuggono a questo assunto.

Un ruolo sulla vicenda lo reciterà la situazione meteorologica; ma su quello Gravina e gli amministratori possono solo fare gli scongiuri.

Il bilancio si farà alla fine e vedremo se saranno rose senza spine o, invece, dolori.

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