Non chiamateci impiccioni che fanno le cosiddette pulci su questioni che riguardano la città: siamo cronisti e abbiamo un piccolissimo difetto, ci piace curiosare e capire il perché accadono certe cose che riguardano direttamente Campobasso – leggasi rapine in due giorni – Con questo vogliamo porre ancora una volta l’accento su come Campobasso è divenuta ostaggio di chi la considera la pattumiera ad uso e consumo proprio; ecco perché l’attenzione è stata attratta dai recenti episodi di cronaca che hanno scosso la sonnacchiosa provincia molisana. Episodi pericolosi che richiedono un’attenzione adeguata e non abbandonata alla cronaca fredda dei fatti. I quali, la dicono lunga, di come l’ex città giardino è sempre più invasa da “ciarpame morale” prodotto di chi violenta volutamente l’habitat dove vive; ecco il perché di questo campanello di allarme, con la speranza di risvegliare, qualora quelli che sono preposti all’abbisogna siano svegli. Un campanello che risuoniamo con insistenza. Un allarme che ci permettiamo di rilanciare perché non è assolutamente concepibile che Campobasso si sia trasformata in una città in preda a dissennati che agiscono indisturbatamente sia il giorno sia la notte. Non criticateci perché puntiamo il dito accusatorio nei confronti di chi siede nelle stanze dei bottoni che, al posto di pontificare e litigare su “cose di poco conto” dovrebbero guardare cosa accade attorno, specialmente quando si tratta di sicurezza del cittadino. Parola che, allo stato dei fatti, è violentata quotidianamente senza che nessuno agisca. Parola del tutto sconosciuta a chi agisce ai danni della comunità senza alcun timore di essere catturati e puniti. Verbi che si dovrebbero applicare non solo sulla carta ma materialmente. Verbi che fanno capire che con la sicurezza non si scherza perché essere civili, i fatti in questione non sono assolutamente confortanti, significa innanzitutto rispettare tutto e tutti; peccato però che a Campobasso da qualche giorno tutto questo è utopia, sogno, illusione.
Massimo Dalla Torre