Campobasso/ Cimitero al buio tra polemiche politiche e scuse ‘alla molisana’

La questione, come quasi sempre avviene sui temi ‘scottanti’ e d’interesse collettivo e pubblico, registrerà il solito gioco a rimpiattino, che purtroppo in Italia è endemico nella logica politica. Perché al cimitero di Campobasso si è creato il ‘blackout’ (chiamiamolo benevolmente così, ma è qualcosa di ben più grave) nel servizio di illuminazione pubblica e nella gestione di quella dei loculi? Posta così sembra una domanda da ‘scuole elementari’ solo nel senso che è semplice e ci si aspetterebbe risposta immediata; ma siamo a Campobasso e si parla del cimitero, il luogo degli affetti e del dolore che è nel cuore della popolazione e tutto si complica, purtroppo quasi naturalmente. Tratteremo l’argomento ‘con i guanti di velluto’ perché le problematiche che attengono ai servizi cimiteriali sono sempre delicate e meritano una trattazione particolare, rispettosa della sensibilità personale ancor più che nei casi ‘normali’. Ci siamo occupati della ‘disputa’ tra Comune di Campobasso e ditta privata che fino al 31 dicembre scorso gestiva il servizio ; è avvenuto che dal 1° gennaio 2022 la manutenzione delle lampade al cimitero di Campobasso non è più di competenza della società che gestiva i servizi cimiteriali, ma direttamente del Comune…e sono iniziati i problemi.

Il primo è quello ‘importante’ che genera il disagio maggiore, cioè il ‘buio’ all’interno del cimitero e l’impossibilità di recare omaggio ai parenti defunti dopo una certa ora, già dal primo pomeriggio. La questione non è di lana caprina e finalmente ha smosso anche le coscienze politiche, visto che sull’argomento sono state presentate ben due interpellanze al sindaco Gravina: la prima da parte dei consiglieri del PD per il tramite di Giose Trivisonno e l’altra da parte dell’esponente della Lega, Alberto Tramontano. Si arriva a chiedere le dimissioni dell’assessore al ramo, ma questo fa parte della normale ‘routine’ quando gli atti di contestazione vengono dalle opposizioni. Quello che preme segnalare è come la parte pubblica, il Comune di Campobasso vada ad inquadrare tutto con le difficoltà nel passaggio di consegne, avendo la ditta privata provveduto al distacco del contatore ( e crediamo che non avrebbe potuto fare altrimenti), fatto che peraltro si è generato dopo che la stessa ha rifiutato la proposta di rinnovo contrattuale ritenendola incongrua; da Palazzo San Giorgio aggiungono che i tempi si sono allungati ulteriormente per i ‘tempi tecnici’ imposti dal gestore del servizio elettrico. Dal canto suo proprio il privato ex-gestore rifiuta ogni addebito, dicendo che il Comune avrebbe avuto tutto il tempo necessario per effettuare le procedure di sostituzione e di subentro e non ha provveduto per tempo…e la palla quindi ripassa nelle mani del soggetto pubblico, mentre non si hanno notizie della posizione in merito del gestore del servizio elettrico. Si dice anche che il soggetto privato avrebbe intenzione di inviare gli atti all’Anac e alla Corte dei Conti  per far valere le proprie ragioni e chiarire di chi siano le responsabilità del disservizio, grave, che è stato arrecato all’utenza.

Insomma siamo alle solite: il servizio non funziona e il privato punta l’indice col pubblico, il pubblico con il gestore elettrico…e la colpa non è di nessuno. Ora, anche se l’Amministrazione comunale ha chiesto scusa alla popolazione, questo certamente non basta a giustificare quello che è avvenuto e che era naturalmente evitabile.

Resta poi un secondo problema, quello ‘lieve’ e riguarda la ‘burocratizzazione’ delle procedure, soprattutto sulla segnalazione di anomalie che prima, con la gestione privata erano piuttosto semplici: si andava nell’ufficio preposto, si segnalava il guasto e spesso in giornata l’operaio provvedeva a risolvere la questione, che era quasi sempre la sostituzione della lampada votiva. Adesso ci vuole la presentazione della domanda al protocollo comunale o l’invio della PEC, la verifica da parte del Comune, la segnalazione agli addetti e via discorrendo: insomma il proliferare degli adempimenti burocratici e il sopraggiungere di fastidi all’utenza perché, ad esempio, il protocollo del Comune ha un afflusso di persone decisamente maggiore e file più lunghe, rispetto all’ufficio del privato. La domanda, poi, può essere presentata solo attraverso apposito modulo da scaricare dal sito; gli anziani dovranno chiedere aiuto ai parenti più giovani… e aspettare.

Speriamo che almeno questo secondo problema possa trovare rapida soluzione: ma come dire ‘1 su 2’ dalle nostre parti può essere troppo!

(ste.man.)

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