Campobasso/ Arriva la Tari, ma non la differenziata

Non siamo certo ai livelli della parodia del ‘Mistero buffo’ del compianto Dario Fo, ma intorno al completamento del circuito della raccolta differenziata a Campobasso almeno l’alone del mistero c’è. A Campobasso sono stati annunciati, anni addietro, ingenti finanziamenti per lo smaltimento dei rifiuti, con il metodo della raccolta differenziata considerato di tipo ‘condominiale’ e all’uopo sono stati acquistati i relativi contenitori in numero cospicuo, al punto che questi per diverso tempo sono apparsi come una sorta di imponente scultura, simbolo dell’abbandono. Non si tratta di cifre secondarie: parliamo di alcuni milioni di euro per il capoluogo di regione, provenienti da una programmazione regionale. Il tutto, è bene precisarlo, durante la precedente legislatura. Poi ci sono stati dei passaggi, buona parte della città è stata dotata del servizio e si aspettava la chiusura totale del discorso, con la raccolta nelle zone del centro e in altre residue aree del capoluogo di regione. A questo punto lo stop, inatteso e inavvertito, se così si può dire. E’ calato il silenzio per diversi mesi e per tutto questo tempo si è avuta l’impressione che non si muovesse foglia.

Nel corso del 2019 è stato effettuato il ritiro dei bidoni dell’umido nelle zone dove ancora la differenziata ‘porta a porta’, o meglio condominiale, non era stata effettuata; allora fu detto che poiché le persone in buon numero non rispettavano il conferimento in maniera corretta dell’umido e del secco indifferenziato, buttando tutto nel medesimo bidone, si era pensato di ritirare i contenitori color marrone dell’umido. Fatto sta che da allora in quelle zone della città tutto è rimasto fermo e la gente continua quotidianamente a conferire umido e secco nel cassonetto del secco (quello color ‘avana’ per intenderci) e i relativi rifiuti continuano ad andare a finire in maniera indistinta in discarica e, quindi, a non essere smaltiti opportunamente, con un danno ambientale ed un danno d’immagine. Quindi da almeno un anno e mezzo i bidoni nuovi non si vedono e la gente continua a conferire l’umido nel secco indifferenziato, non avendo altra scelta. Ora anche volendo considerare la ‘sospensione’ per il lockdown e i rallentamenti della macchina burocratica cittadina conseguenti ci sembra che di tempo per provvedere ce ne sia stato.

Il problema non è solo solo pratico (l’umido sarebbe di norma ‘lavorabile’ il secco indifferenziato va in discarica) ma anche ‘morale’ perché se si permette per tempi lunghi alla popolazione di smaltire alla rinfusa, nel sentimento popolare prende poi piede l’idea che fare la differenziata non sia obiettivo primario del pubblico e, quindi, anche del singolo; aggiungiamo poi che in queste zone si registra anche il fenomeno della ‘migrazione’ di persone che, non volendo rispettare il sistema di raccolta differenziata nel luogo di residenza, vengono a scaricare ‘alla rinfusa’ dove ci sono ancora i vecchi cassonetti, che non a caso di frequente sono stracolmi. Se ci fosse la differenziata ‘condominiale’ ovunque questo fenomeno , che è anche simbolo di degrado, sparirebbe. Ora, intendiamoci, un lavoro in alcune zone è stato fatto ed è stato precisato in Consiglio comunale dall’assessore Cretella (il quartiere San Giovanni (circa 2 mila utenze), ottimizzazione del servizio Ecostop presso il centro storico, zona urbana di via S. Antonio dei Lazzari e via Berlinguer, la zona della caserma della Guardia di Finanza e quella presso la Questura e la scuola Agenti della P.S e altre operazioni di ‘ricucitura’ tra zone interessate dal servizio di raccolta e quelle scoperte); ma due anni dell’attuale amministrazione e un’intera legislatura precedente non hanno portato alla ‘quadratura del cerchio’ con la definizione del servizio in tutta la città. In questi giorni nelle case dei cittadini stanno arrivando i modelli f24 per il pagamento della TARI che è tutt’altro che ‘economica’ e sarebbe giusto aspettarsi un servizio adeguato ai costi.

Sempre in quella seduta di Consiglio comunale l’assessore disse che obiettivo dell’amministrazione era di terminare entro l’anno 2021 l’erogazione del servizio nelle zone ancora scoperte (quartiere Vazzieri, centro murattiano, restanti aree centrali). Lo prendiamo in parola, sperando di non dover tornare a narrare di un ennesima incompiuta nella maggiore città del Molise.

Stefano Manocchio

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