Tecla Boccardo (UIL): le giuste ragioni di uno sciopero generale

Il continuo ed ostinato atteggiamento di totale chiusura da parte del Governo, il mancato finanziamento dei contratti in finanziaria, la volontà di perseguire una linea che esclude il dialogo ed impone le scelte, richiedono uno impulso nella lotta dei dipendenti pubblici in difesa dei loro diritti.  Lo sciopero generale proclamato da CGIL e UIL per il 12 dicembre 2014, dunque la risposta alle politiche fallimentari del Governo che stanno scaricando i costi della crisi sui lavoratori, i pensionati, le nuove generazioni e la parte più debole del Paese. Uno sciopero che viene da lontano, addirittura da mesi, e la visita del nostro Segretario Generale Carmelo Barbagallo in Molise lo scorso luglio, in cui affermò di voler “accendere cento fuochi”, oggi pare assumere il sapore di una premonizione. Il Jobs Act e la legge di stabilità al vaglio del Governo sono i segnali più evidenti della sua sottomissione ai poteri forti ed economici del Paese. E proprio per facilitare quel sodalizio, si vuole cancellare la funzione del sindacato, nei settori pubblici e nei settori privati, per indebolire i diritti dei lavoratori e ridurre ulteriormente i salari. Se il cammino del Governo proseguirà senza un radicale cambiamento delle politiche economiche e sociali non si potranno raggiungere quei traguardi necessari alla ripresa, tra cui il rinnovo dei contratti pubblici ed una radicale e vera riforma delle pubbliche amministrazioni.
Dunque: COSì NON VA!
Questo lo slogan scelto dalle CGIL e UIL per esprimere contrariet・circa le scelte del Governo e per sostenere le proposte sindacali in merito alla riforma della Pubblica Amministrazione, Jobs Act, Legge di Stabilità e Politica economica. E per tutte queste ragioni occorre scioperare il 12 dicembre. Per unire il mondo del lavoro, giovani e anziani, lavoratori pubblici e privati, disoccupati e occupati, precari e lavoratori stabili, nord e sud,. Ogni giorno decine di fabbriche chiudono, aumenta la disoccupazione e la povertà e ad una intera generazione viene negato il diritto allo studio, al lavoro, al reddito. Lo sciopero del prossimo 12 dicembre, che avrà cadenza territoriale, varrà per tantissime categorie ed anche in Molise siamo certi che l’adesione sarà altissima. Questo perché nella nostra Regione, in modo più marcato rispetto ad altre realtà, vediamo allontanarsi di giorno in giorno la concreta possibilità di far ripartire il nostro tessuto economico, così come non riusciamo a intravedere politiche sociali, sanitarie ed al servizio dei cittadini decise, unitarie e di rapido avvio. Si parla di competitività, innovazione, lavoro. Nel concreto però, si vede solo mobilità, cassa integrazione ed emigrazione dei giovani, lontani dalla nostra terra.
COSì NON VA!!!

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