“ Riordino del SSR della Regione Molise”: riflessioni e contributo del Comitato San Timoteo

Il Comitato San Timoteo ha partecipato all’audizione della IV Commissione regionale del 9 giugno u.s. relativa  alla legge n. 113 “Riordino del SSR della Regione Molise”, indicando le proprie riflessioni, con la speranza che non sia stato un semplice “atto dovuto” da parte della Regione  previsto dal regolamento.
Da tempo si parla di riorganizzazione della sanità regionale, la Regione Molise dal 2007 è soggetta al “ Piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario”, con la verifica da parte del “famigerato” tavolo tecnico interministeriale.
Considerato il mancato risultato disposto dal piano di rientro sottoscritto, dal 2009 si sono susseguiti diversi Commissari ad acta : Iorio, Mastrobuono, Basso, fino all’attuale Presidente Frattura, sempre affiancati da diversi sub Commissari, ultimo De Martino. Nonostante i vari commissari, sia politici che tecnici, i sub commissari, affiancati sempre da Advisor, che ai molisani annualmente è costato complessivamente la modica cifra di oltre 700 mila euro, ancora oggi il Molise risulta essere l’unica Regione che non ha prodotto alcun miglioramento nel piano di rientro ma continua a produrre ancora deficit, con aggravio di addizionali e accise .
Dal verbale dell’ultima verifica del 9 aprile u.s. si rileva il solito esito negativo, da parte del Tavolo Tecnico Interministeriale, con il deficit a fine 2014 di oltre € 290 milioni, che sommato ai € 183 milioni che la Regione Molise negli anni passati non ha trasferito all’ASREM, si ottiene un disavanzo finanziario di oltre 473 milioni di euro. Ancora peggio la valutazione sull’erogazione dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), che risultano nell’anno 2013 peggiorati rispetto agli anni precedenti. Il Tavolo tecnico conferma le criticità, rinnovando gli adempimenti consequenziali: maggiorazione delle aliquote fiscale IRAP, addizionali regionali IRPEF, blocco del turn over del personale, ecc… Inoltre sollecita il Governo a procedere alla nomina di un Commissario ad acta per l’accensione di un prestito per conto della regione Molise di  circa € 257 milioni per ripianare il deficit maturato negli anni precedenti,  oltre a rinnovare la richiesta di nomina di un nuovo Commissario ad acta in sostituzione dell’attuale Presidente Frattura. Questa ulteriore richiesta di un nuovo Commissario, fortunatamente, dal Governo non è stata accolta, riconfermando il presidente Frattura e nominando il Dr. Di Martino come nuovo sub commissario in sostituzione del precedente Dr. Rosato. Ciò, dopo l’assegnazione con la legge di stabilità 2015 al Molise di 40 milioni di euro come intervento straordinario, può essere inteso come nuovo “credito”, ma forse ultima occasione, al Presidente Frattura da parte del Governo “amico”.
Come nuova iniziativa, la Giunta Frattura presenta la proposta di legge n° 113 “Riordino del Servizio Sanitario della Regione Molise” riportando la programmazione sanitaria al Consiglio Regionale. Ciò è possibile, dopo la sentenza della Corte Costituzionale, solo se la legge in esame non interferisce o peggio ancora contrasta l’attuazione del Piano di Rientro a cui la regione è sottoposta dal 2009,evitando l’esito della legge regionale n° 3/2015, relativa alla proroga dei contratti di lavoro a tempo determinato del personale precario, bocciata dal Governo.
L’iniziativa riveste carattere di urgenza e di estrema importanza dopo la pubblicazione del Decreto n° 70 del 2 aprile 2015 relativo al “Regolamento degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera” in attuazione della famigerata legge Balduzzi, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n° 127 del 4 giugno 2015, ed entrerà in vigore il 19 giugno p.v.
Il Comitato richiama alla massima attenzione da parte del Consiglio regionale nella stesura e approvazione definitiva della legge, per evitare interferenze o peggio ancora contrasto al Piano di rientro, con conseguente legittima impugnazione da parte del governo. Ciò provocherebbe  una ulteriore perdita di tempo e aggravio dello stato di crisi economica e dei servizi della sanità molisana. Pertanto il Comitato ritiene opportuno che il Consiglio regionale anziché approvare la legge, approvi un ordine del giorno di indirizzo  al Presidente-Commissario Frattura, contenente gli stessi principi e obiettivi della proposta di legge in discussione.
Il disegno di legge in esame prevede (art. 18) la messa in liquidazione dell’attuale ASREM, con la nomina di un liquidatore, con questo si pensa di eludere, dopo la sentenza della Corte Costituzionale, la possibilità di pignoramenti all’attuale ASREM da parte dei creditori, con il rischio di non poter pagare neanche gli stipendi del personale in servizio. In sostituzione dell’attuale ASREM, la proposta prevede (art. 3) la costituzione di due nuove aziende: 1) Azienda Ospedaliera Regionale con unico presidio ospedaliero (art. 5) denominato “A.Cardarelli” e tre “stabilimenti” operativi indicati negli attuali ospedali:  “A. Cardarelli” di Campobasso; “ Veneziale” di Isernia e “San Timoteo” di Termoli. La nuova Azienda Ospedaliera potrà stipulare nuovi altri rapporti (art. 20) con l’Università del Molise. 2) La costituzione dell’Azienda Sanitaria Territoriale che contempla (art. 4) nei tre distretti (Campobasso,Isernia e Termoli) tutte le aziende territoriali con i servizi di medicina territoriale, il presidio di zona disagiata di Agnone “Caracciolo”, il “Vietri” di Larino e il “SS Rosario” di Venafro, riconvertiti. L’Azienda territoriale, funziona da committente unico, con compiti e responsabilità nei rapporti e contratti di acquisto, controllo delle prestazioni sanitarie, con i produttori di servizi, sia pubblici che privati.
La scelta di costituire due nuove aziende sanitarie, rispetto all’attuale ASREM, comporta la duplicazione degli organi aziendali (Direttore Generale, Direttore sanitario, Collegio sindacale, Collegio di direzione), con il conseguente aggravio di spesa, anche se rappresenta meno dell’uno per mille della spesa annuale complessiva per il SSR ammontante a circa 580 milioni di euro. Forse tale scelta è stata dettata dalla difficoltà a giustificare la messa in liquidazione dell’ASREM, e la sostituzione con una nuova azienda. Iniziativa del genere presa da privati ricadrebbe nell’ipotesi di “bancarotta fraudolenta” con tutte le conseguenze civili e penali del caso. Si auspica, che in un prossimo non lontano futuro, una nuova legge regionale possa riaccorpare le due aziende di nuova costituzione.
Resta in noi l’auspicio che la proposta di legge sia stata suggerita e/o concordata con gli organi politici e di governo, nonché di controllo, centrali. E’ così possibile  sperare che con due nuove aziende, prive di deficit, si possano ottenere importanti risultati positivi, in primis lo sblocco del turn over, con la possibilità di assumere nuovo personale medico, infermieristico, ecc… da  integrare a quello in servizio, per poi essere assegnato adeguatamente ai cosiddetti “stabilimenti” del presidio ospedaliero unico; riducendo così i disagi al personale e i disservizi ai cittadini. Inoltre, sarà possibile conservare i reparti oggi a rischio con il nuovo regolamento degli standard ospedalieri: alla sede del Cardarelli di Campobasso con l’aumento della collaborazione, già in essere, con l’Università del Molise; agli attuali ospedali di Termoli e Isernia, che dovranno essere adeguatamente potenziati con personale e nuove tecnologie, al fine di far crescere: efficienza, produttività, appropriatezza, …, rispettando così i parametri stringenti dettati dalla legge Balduzzi e dal Patto della salute 2014-2016, per le discipline previste nella proposta di legge (art. 6).
Positivo risulta la costituzione dell’Osservatorio Epidemiologico regionale (art. 23), la partecipazione delle Associazioni dei cittadini (art. 11) e la conferenza dei servizi sanitari (art. 12), certamente utili alla trasparenza. Mentre non si riesce a individuare la sperimentazione gestionale (art. 17) con chi e in che forma si intende praticare.
La proposta di legge in esame, in effetti, definisce le line generali di programmazione demandando al Piano sanitario regionale, agli Atti aziendali, ….la vera organizzazione. Le stesse note esplicative contenute nella relazione di accompagnamento alla proposta di legge, non hanno un pieno riscontro nell’articolato di legge. Quindi molto importante saranno i provvedimenti che designeranno in pratica e in pienezza i servizi ospedalieri e territoriali nelle varie aree territoriali della regione. Tali provvedimenti dovranno soprattutto tener  conto della popolazione, fissa e fluttuante, delle esigenze e peculiarità delle varie aree del territorio.
Per quanto riguarda l’area del basso Molise, che rappresenta il 32% della popolazione molisana,  pur nell’ottica della razionalizzazione dei servizi, si ritiene indispensabile: il potenziamento e l’ottimizzazione della sede operativa ospedaliera del San Timoteo, e la quella del Vietri che sarà trasformata in Casa della salute, per assicurare efficienza ed efficacia.
Nelle scelte future è bene tener presente che il basso Molise presenta solo strutture pubbliche (San Timoteo e Vietri), che sono state sempre penalizzate sin dal 2007 con i vari tagli di posti letto, la riduzione e l’eliminazione di interi reparti, e ridotte ormai ai minimi termini, procurando ulteriori disagi al personale in servizio e disservizi ai cittadini che si vedono costretti a rivolgersi a strutture pubbliche e/o private extraregionali.
Potenziare il polo  sanitario del Basso Molise, in modo particolare il cosiddetto “stabilimento” del San Timoteo di Termoli, struttura di “frontiera”, quindi strategica, consentirà di ridurre il flusso dei molisani verso le strutture extraregionali, e tornare ad essere  attrattivo per cittadini extraregionali delle regioni limitrofe, Abruzzo e Puglia, facendo così crescere la mobilità attiva e diminuire quella passiva, con tutti i benefici economici che ne deriva.
Diversamente se si persevera ad accentrare e tutelare le strutture pubbliche e private  presenti nell’area del Molise centrale, credendo  che nulla cambi per i cittadini del Basso Molise, si commette un gravissimo errore sia sociale che economico con ricadute negative sull’intera collettività regionale.
Il Comitato rinnova la disponibilità a qualsiasi collaborazione, fa appello ai Sindaci e ai rappresentanti politici del territorio, con correttezza e nel rispetto dei ruoli, ma nello stesso tempo segnala  l’estrema determinazione a intraprendere ogni iniziativa ed azione a salvaguardia della salute anche dei cittadini del Basso Molise.

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