LARINascita: ”Inqualificabile lo sbeffeggiamento pubblico che Larino continua a subire!”

Riceviamo e pubblichiamo

Il 15 giugno scorso, il Governo ha incassato la fiducia sulla cosiddetta “manovrina” e il Piano Sanitario della Regione Molise è diventato di fatto legge dello Stato.
In virtù del provvedimento adottato dal governo centrale, anche grazie alla tacita complicità manifestata dall’attuale governo regionale, in Molise è diventato legge il progressivo ridimensionamento delle strutture ospedaliere, mentre al contrario i posti letto in favore della sanità privata hanno visto un incremento senza precedenti. Per dirla coi numeri, oggi il Molise ha un nuovo primato: è la regione in Italia che detiene la più alta percentuale di posti letto privati (accreditati con fondi della collettività) in rapporto a quelli pubblici ( il 38,62% dei posti letto è per i privati e il restante 62,38% alla parte pubblica).

Riguardo il nuovo piano sanitario regionale, che ha ridimensionato l’ospedale Cardarelli di Campobasso, il San Timoteo di Termoli e il Veneziale di Isernia, ospedali di riferimento dell’intero territorio regionale, dove sono state soppresse intere unità operative complesse, oltre alla relegazione del Vietri e del SS Rosario di Venafro in case della salute – termine tecnico che significa tutto e niente – verrebbe naturale chiedersi come si possa immaginare di aver garantito il servizio sanitario pubblico ai cittadini di questo territorio, come si possa affermare che si intendono rispettati i nuovi livelli essenziali di assistenza ai quali pure bisognerebbe attenersi e infine come si possa sostenere che attraverso questa strada si capillarizza la sanità portandola sempre più vicino al cittadino e si riduce la spesa regionale dovuta all’emigrazione sanitaria.

Proprio in tema di offerta di sanità garantita sul territorio, bisogna anche osservare che recentemente, poco prima dell’approvazione definitiva del Piano Sanitario della Regione Molise deliberato da Roma, con decreto nr 28 del 27/04/17 a firma del commissario ad acta Di Laura Frattura, è stato approvato il programma operativo straordinario 2015/2018 per la riorganizzazione della rete territoriale, riequilibrio ospedale-territorio. Con tale atto di fatto è stata sancita la nuova distribuzione dei posti letti riservati alle strutture che ospiteranno gli anziani non autosufficienti che prevede un totale di 150 posti letto per l’area del distretto di Termoli, di cui soltanto 40 per la struttura del Vietri di Larino, ben 60 posti invece per la RSA di Colletorto, 30 posti letto per la nuova struttura di Palata e addirittura i rimanenti 20 posti per la clinica privata Villa Serena di Termoli.
Concentrando, quindi, l’attenzione solamente alla distribuzione dei posti letto riservati agli anziani non autosufficienti appare quantomeno contraddittorio se non assurdo se si valuta che mentre le “case della salute” come quella pensata per il Vietri di Larino vengono private di servizi essenziali necessari per lo svolgimento dell’attività basilare, si destinano posti letto a strutture ancora da costituire. Se la logica doveva essere quella di creare degli ospedali di riferimento che offrissero sanità di qualità per la cura delle acuzie e le strutture per post acuzie che abbattessero anche i costi prodotti dai centri di riabilitazione privati oltre ad essere una valida alternativa alla riconversione gli ospedali declassati come Larino – Venafro, quale senso ha oggi creare nuove strutture che nulla hanno a che vedere con la risposta all’urgenza e al soccorso immediato e alla garanzia di assistenza sanitaria che quelle parti di territorio invece richiederebbero?

Di fronte a tale provvedimento, che è solo l’ultimo in ordine temporale di un piano regionale sanitario che ha relegato la struttura del Vietri ad un ruolo insignificante rispetto all’ospedalizzazione destinandolo per lo più ad un ambulatorio specialistico di territorio con un reparto per la di riabilitazione e l’area destinata alla residenza sanitaria assistita, non ci si è scandalizzati più di tanto tant’è che non ha sortito l’interesse di nessuna entità del panorama politico.
Nessuno ha trovato inqualificabile e vomitevole lo sbeffeggiamento pubblico che Larino come città continua a subire grazie a chi preferisce dedicarsi al verde pubblico (trovando anche il coraggio di vantarsene) e grazie all’azione politica di chi ha ritenuto invece che qualunque atto possa essere possibile sulle spalle di una comunità ormai priva della capacità di reagire, silente e passiva davanti al governo regionale targato PD e Di Laura Frattura. A parte i risultati ottenuti davanti ai giudici amministrativi, tanto utili quanto sono stati gli effetti che hanno prodotto in termini di ristabilimento del servizio e dei reparti, che tipo di opposizione politica hanno avviato contro il piano di riordino approntato da Frattura? Come ci si sente davanti alla notizia che per esempio Colletorto avrà più posti letto di Larino quanto a residenza sanitaria assistita? Come si spiega che Notarangelo, sulla medesima materia, da neo-Segretario regionale dell’ultimo partito al quale ha aderito, solo ora, ad un anno dagli appuntamenti elettorali, riesce a scagliarsi contro il piano di riordino della spesa sanitaria, cogliendo un’occasione di inutile visibilità per stigmatizzare in maniera inconsistente l’operato del commissario ad acta Frattura, mentre da Sindaco non ha mai trovato la giusta strada per opporsi alla riorganizzazione che nei fatti ha penalizzato principalmente Larino?

Movimento LARINascita

 

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