Un nuovo umanesimo delle montagne e il ruolo dell’arte nella rigenerazione urbana, mix di interventi all’ex Gil

“Tutti coloro che stanno abbandonando le aree interne per spostarsi in città più grandi e più popolose, nel tempo medio lungo torneranno nelle stesse zone, lontane dal caos. E tutti quei paesi, cittadine montane e collinari dovranno essere pronte ad aprire le proprie porte”: racconta questo Franco Arminio, nato a Bisaccia, nell’Irpinia d’Oriente e che questa sera, nell’ambito di Revive, l’iniziativa di 5 giorni organizzata dalla Fondazione degli Architetti di Campobasso per parlare di rigenerazione urbana sostenibile, in un piacevole intervento ha parlato anche del Molise, una terra ideale coma la Lucania, la Sardegna. Luoghi senza tempo, dagli alti potenziali. Una sorta di motivazione nel credere nel proprio territorio. Così Arminio lancia l’Appennino come luogo dove costruire un modello diverso da quello imperniato dell’economia: “tornano i luoghi, torna il mito, torna l’arcaico, torna il Sud e tornano i paesi. Non siamo più retroguardia, ma una possibile avanguardia, basata proprio sull’alleanza tra il computer ed il pero selvatico”.

Un incontro, in collaborazione con l’Unione Lettori Italiani Campobasso, che all’ex Gil è seguito alla seconda tavola rotonda della giornata dedicata a “Il ruolo dell’arte nella rigenerazione urbana”, in cui si è puntato soprattutto sulla necessità che l’arte torni ad essere pubblica. Negli ultimi anni, infatti, ha intrapreso percorsi complessi, molto interni al suo mondo ed a volte chiusi.
Eppure l’arte può bene coniugarsi con gli aspetti urbanistici di una città, anche se l’artista deve rimanere artista, l’architetto deve restare architetto ed ogni altra figura deve ricoprire il proprio ruolo nel rispetto comunque delle città e dei materiali e risorse a disposizione. A relazionare sull’ampio tema, con particolare riguardo anche ad opere ‘povere’ e murales, l’architetto Emilio Natarelli, l’artista dell’Associazione Limiti Inchiusi Paolo Borrelli, l’artista Andrea Lanini, il direttore artistico di Maack Massimo Palumbo ed il presidente dell’associazione Malatesta Nino Carpenito. A moderare il soprintendente Beni Architettonici e Paesaggistici del Molise Carlo Birrozzi.

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