La sicurezza sul lavoro: la prevenzione in presenza di campi elettromagnetici

Una volta elaborato  il documento di valutazione dei rischi e quindi una volta conosciuta e misurata la  possibile minaccia derivante dalla presenza di campi elettromagnetici, il datore di lavoro può trovarsi di fronte a due scenari: il primo nel quale risulta che i valori limite non sono superati ed il secondo nel quale invece accade il contrario.  Nel primo caso il dovere in capo al datore di lavoro si esaurisce nel mettere in pratica misure per le quali la situazione lavorativa resti quella rappresentata nel DVR. Nel caso invece in cui le risultanze del documento di valutazione provino, senza ombra di dubbio, l’esistenza di un pericolo per i lavoratori, allora è dovere del datore di lavoro mettere in pratica una serie di modifiche alle misure tali per cui il rischio si riduca il più possibile.

In particolare per ogni situazione il medico competente, di concerto con il responsabile del servizio di prevenzione e protezione stabilisce come procedere al fine di ridurre, limitare o magari azzerare del tutto il rischio. Le possibilità per far sì che ciò accada nel minor tempo possibile sono molteplici, e vanno dalla modifica della struttura del luogo di lavoro all’eliminazione di alcune attrezzature, dalla modifica dei turni di lavoro alla messa a disposizione di differenti dispositivi di protezione individuali. In tutti gli ambienti nei quali ci si trova in presenza di campi elettromagnetici, il datore di lavoro ha l’obbligo di informare, nello specifico avvertire, tutti i generici frequentatori del luogo di lavoro, soprattutto se ci si trova in ambienti accessibili al pubblico, del pericolo a mezzo di segnaletica appositamente strutturata sia nei contenuti che nell’esposizione, sia nella scelta dello stile di linguaggio che nel numero di avvertimenti.
Cristiana Scappaticci
 

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