Cultura/ L’anfiteatro di Larino

L’anfiteatro è visibile pressoché totalmente, per quanto molto lacunoso a causa delle spoliazioni sistematiche di cui è stato fatto oggetto. Un’iscrizione rinvenuta di recente, che si integra con un frammento già noto (CIL, IX, 731), posta in origine sulla porta O dell’edificio, ne colloca la costruzione alla fine del I sec. d.C., a opera di un personaggio di rango senatorio rientrato nella città di origine probabilmente al termine della sua carriera. Una seconda iscrizione, anch’essa lacunosa, collocata sulla porta meridionale, allude invece, molto probabilmente, a interventi di restauro o di abbellimento del monumento, effettuati a opera di un altro personaggio di rango senatorio, nel secondo ventennio del II sec. d.C.

A pianta ellittica è un edificio di media grandezza (m 97,80 x 80; arena: m 59,40 x 41,60) a struttura mista, con ima cavea scavata nello strato di arenaria e con ordini superiori in opus mixtum di reticolato e laterizi; con la stessa tecnica sono realizzati il paramento dell’ambulacro, le gallerie delle porte, il muro del podio prima che venisse rivestito di lastre calcaree, e le pareti degli spoliaria collocati ai lati della porta settentrionale e di quella meridionale. Nell’ambito del sito urbano, l’anfiteatro doveva occupare una posizione marginale a S, nelle immediate adiacenze della strada che portava verso il Sannio interno.
Isabella Muccilli

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