Venittelli: La battaglia per la salvaguardia del patrimonio va ingaggiata secondo strumenti legislativi

“Se per qualcuno il troppo silenzio è sinonimo di complicità istituzionale, per altri l’eccessivo fracasso potrebbe apparire solo demagogico. Anche sulla questione delle Biomasse”. L’onorevole molisana del Pd Laura Venittelli interviene sulla polemica sollevata da più ambienti riguardo la localizzazione delle centrali sul territorio molisano e in particolare nell’area di pregio del comprensorio matesino. “La battaglia per la salvaguardia del nostro patrimonio naturale va ingaggiata secondo strumenti legislativi che incanalino le scelte di chi amministra verso percorsi virtuosi di valorizzazione della vocazione propria di zone che hanno molto da dare, per questa ragione ho voluto promuovere una proposta di legge d’iniziativa parlamentare che prevede ‘Disposizioni per l’istituzione del Parco nazionale del Matese’. Il varo di una simile norma sterilizzerebbe a priori ogni rischio di contaminazione e di depauperamento del suolo e delle prospettive di custodia del territorio, compresa l’ostativa chiara e netta all’insediamento delle Biomasse”.
L’onorevole Venittelli nell’intervento di venerdì scorso a Guardialfiera, durante la presentazione dell’associazione di guardie ambientali volontarie MoliGav, ha anche aperto la discussione all’apporto di ulteriori contributi, per cesellare una proposta di legge che sappia davvero tutelare e concretizzare le enormi potenzialità connesse all’area matesina.
“Non dimentichiamo che la lotta per consegnare alle future generazioni una terra decontaminata è iniziata in maniera decisa nell’inverno scorso, quando emerse tutta la problematicità della cosiddetta ‘terra dei fuochi’, in seguito alle rivelazioni del pentito Carmine Schiavone. Purtroppo, dopo il fuoco di paglia iniziale, poco si è saputo delle operazioni di verifica e bonifica dei siti inquinati da rifiuti tossico-nocivi e speciali.
Delle 136 amministrazioni locali del Molise e i relativi consigli comunali, quanti hanno adempiuto all’ordine del giorno che ci premurammo di inviare sollecitandone la tempestiva approvazione? L’inerzia istituzionale deve essere rimossa, poiché occorre dare continuità di pensiero e azione per risolvere le questioni emergenziali, soprattutto ambientali, poiché un solo giorno di ritardo rispetto a un crono-programma stabilito, potrebbe inficiare la valenza di un’intera campagna. Questi soli i silenzi-complici, come denunciato anche dal presidente della commissione anticorruzione sabato scorso a Termoli”.

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