Veneziale di Isernia, un’eccellenza che merita fiducia: il racconto di una neomamma

Quando la sanità funziona, è giusto dirlo.

Sono una neomamma e ho appena partorito presso l’Ospedale Veneziale di Isernia, nel reparto di Ginecologia e Ostetricia. Un reparto di cui si parla troppo poco e che, al contrario, rappresenta una vera e propria chicca, una realtà preziosa che andrebbe tutelata e valorizzata.

Vengo dalla provincia di Roma e mia madre lavora come infermiera in un ospedale nella provincia della capitale. Per questo, forse più di altri, per mesi ho riflettuto attentamente su dove partorire. La scelta del luogo in cui mettere al mondo un figlio è una decisione carica di responsabilità, aspettative e timori. Alla fine mi sono affidata alla mia ginecologa, la dottoressa Renzi. Oggi posso dirlo con certezza: non potevo fare scelta migliore.

Oltre alla competenza e all’elevatissima professionalità di tutto il reparto, nel momento più importante della mia vita mi sono sentita davvero accudita e coccolata. Seguita come una persona, non come una paziente qualsiasi.

La mia ginecologa, la dottoressa Renzi, si è presentata con mia enorme sorpresa e gioia durante la notte, pur non essendo in turno — e sottolineo che ha poi lavorato anche la mattina successiva. In questo meraviglioso viaggio sono stata accompagnata da lei, dalla dottoressa Ida Faralli e dall’ostetrica Mollichelli Annacarla.

Mi hanno trattata come una persona di famiglia: mi hanno ascoltata, sostenuta, rassicurata. Abbiamo sorriso insieme, hanno asciugato il mio sudore, accarezzato il mio corpo stanco, mi hanno sorretto senza mai abbandonarmi. È stata una danza all’unisono, intensa e straordinaria, e dopo solo poche ore il mio bimbo è venuto alla luce.

Ora, durante la degenza, continuo a trovare la stessa attenzione e la stessa umanità: le infermiere del nido, quelle del reparto, le OSS e tutte le ostetriche sono presenti, disponibili, attente a ogni mia esigenza.

È un peccato che molte persone scelgano di partorire fuori regione per mancanza di fiducia. Io mi sono affidata alla regione che mi ha adottata e lo rifarei altre mille volte. Perché quando la sanità è fatta di competenza, sacrificio e cuore, merita fiducia, rispetto e riconoscenza.

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