Unimol, inaugurazione anno accademico 2015-2016. Frattura: “Insieme per difendere i nostri diritti di molisani, noi non siamo solo piccoli numeri”

Di seguito il saluto di apertura del presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2015-2016 dell’Università degli studi del Molise.

“Professor Palmieri, Dottor De Giovanni, Magnifici Rettori, Professori, Personale tecnico e amministrativo, Studenti, Signore e Signori, Ragazzi,

il primo pensiero per l’inaugurazione del nuovo anno accademico del nostro Ateneo va a Parigi. Corre alle vittime, tutte, all’orrore che ha invaso la capitale di una Repubblica, la Francia, che per prima, con la sua Rivoluzione, ha spronato l’Europa e il mondo a riplasmarsi sui valori e sui principi della libertà, della uguaglianza e della fratellanza. Il nostro pensiero a Valeria Solesin, la giovane e promettente ricercatrice veneziana della Sorbona. Valeria era una di voi, impegnata e capace come tanti di voi. Anche per lei, figlia di Italia e d’Europa, come l’ha voluta ricordare il Presidente Mattarella, oggi troviamo la forza, il coraggio e la volontà per guardare avanti e, insieme, costruire un futuro di pace. Siamo tutti chiamati a farlo. Nessuna paura piegherà il nostro impegno alla solidarietà, all’integrazione e all’accoglienza.

Lo facciamo, nel nostro piccolo, cominciando proprio da questo luogo, da questo centro di sapere, di ascolto e di confronto, di apertura: momenti e condivisioni che da sempre consentono di crescere e migliorarsi.

Valeria era una studiosa, ci hanno raccontato con una dignità esemplare i suoi genitori, evidenziando il valore di una parola, “studiosa”, una propensione, un dovere e una missione al tempo stesso che servono alla società. Uno studioso non è semplice riferimento del suo campo, uno studioso innalza la qualità della vita di tutti noi. Voi avete un compito alto, altissimo: essere utili al prossimo, spesso più debole, con la vostra intelligenza, con la vostra formazione, con il vostro talento.

Oggi abbiamo qui con noi uno scrittore importante della nostra letteratura contemporanea, Maurizio De Giovanni: benvenuto. La possibilità di ascoltare un narratore dei nostri tempi è la possibilità di entrare in quegli angoli di vita a noi spesso estranei, per distrazione o incapacità di analisi.

La presenza di De Giovanni è una gran bella occasione per dare avvio al nuovo anno accademico. Lo facciamo con la poesia della parola nel quarantennale della morte di un intellettuale che tanto parla ancora adesso ai nostri cuori e alle nostre menti, Pierpaolo Pasolini. Lo facciamo nell’anno delle celebrazioni del centenario della Grande Guerra: ragazzi come voi, ancorché lontanissimi da voi, che hanno sofferto sacrifici indicibili per la nostra Patria. Anche in nome della loro memoria questo saluto di incoraggiamento.

Gli auguri di cuore al nostro Ateneo. Gli auguri per il valore che ha saputo conquistare nello spazio della formazione accademica, gli auguri per il futuro che merita questa Istituzione così centrale nella nostra esistenza regionale, direi oggi anche Resistenza regionale.

L’Università degli studi del Molise è pilastro fermo, sicuro e riconoscibile nelle battaglie che ci vedono uniti, a ogni livello e grado, nella difesa dei servizi cui tutti i cittadini molisani hanno diritto. Tra i principali, sicuramente, lo studio e la possibilità di specializzarsi.

Ragazzi, il vostro spazio nel mondo, il vostro impegno a dimostrarvi capaci, i vostri successi – numerosi e importanti: ve li auguriamo così – saranno le carte migliori per assicurare, alla nostra Università, il domani che merita.

Siamo in un momento di diffuse tensioni in merito all’autonomia stessa della nostra regione. Forse per qualcuno potrebbe non essere un grosso problema, una questione di particolare interesse. Se pensiamo a poltrone, presidenze, cariche e palazzi, sicuramente non lo è. Non ho mai avuto difficoltà a sostenere che se per i molisani la fusione con un’altra realtà significa, o significasse, risparmi in termini di tasse e innalzamento della qualità dei servizi, non esiterò, non esiterei, un solo momento a sottoscriverla. Il problema, se vogliamo, il dubbio, è che potrebbe non essere così. Perdere i presidi dello Stato rischia di allontanarci ancora di più dal centro. E questo lo diciamo non perché ci siano posizioni di rendita da tutelare.

Non sarà così e qui in quest’Aula troviamo la prima ragione: a quanti ragazzi molisani l’Università degli studi del Molise ha offerto l’opportunità che diversamente, forse, non avrebbero avuto? E così per tutto il resto.

L’autonomia come possibilità di una giustizia vicina, accessibile a tutti, anche a chi ha meno mezzi, l’autonomia come diritto alla sicurezza, l’autonomia come possibilità di essere curati, l’autonomia come diritto di uguaglianza agli altri, come certezza di pari dignità e pari trattamento. In questo senso siamo tutti chiamati a contribuire, dimostrando di essere in grado, noi per primi, di “tagliare” l’inutile in virtù del processo di snellimento dell’apparato pubblico, giusto e necessario, ma da praticare con attenzione, non solo e giammai in virtù di sterili logiche numeriche che da sempre in fondo ci vedono soccombenti. Noi non siamo solo piccoli numeri: dimostriamolo.

In questo senso, credo, possiamo inquadrare anche le modifiche finalmente approvate dal Consiglio regionale – e finalmente lo dico facendo pubblica ammenda – alla legge 1 del 1995 per l’attuazione del diritto allo studio universitario. Come governo regionale ci eravamo impegnati già lo scorso anno: oggi vi portiamo il testo ufficiale, costruito con tanti di voi. Rendiamolo insieme, Unimol e Regione, una norma viva e vitale a beneficio di voi studenti. è la carta dei servizi, la peculiarità nella quale abbiamo voluto investire anche con passione e partecipazione, credendoci. Il testo licenziato la scorsa settimana non nasce solo per adeguare il dettato regionale alle disposizioni statali: è un fatto, ma non il solo. Direi che va ben oltre perché interviene con una serie di strumenti reali nei confronti degli studenti, degli studenti meno fortunati, meno abbienti e disabili, nei confronti degli studenti lavoratori.

Attraverso un confronto costruttivo avuto con gli studenti, il rettore, i docenti, i tecnici, abbiamo un diritto allo studio universitario rimodellato, ampliato, sviluppato in un sistema di welfare al centro del quale c’è lo studente. Non più solo borsa di studio intesa come sostegno finanziario, ma borsa dei servizi in un’ottica di attenzione completa che presenta una maggiore rispondenza alle esigenze dei protagonisti principali di questi spazi accademici.

Spero sia lo strumento che garantisca il percorso migliore in questa avventura unica nella vita, a tratti difficile ma sempre esaltante, l’Università.

Questa, la nostra sfida insieme all’Unimol: ci lega un rapporto di confronto quotidiano, ci lega la condivisione di valori e principi irrinunciabili.

Unimol non è per noi soltanto un interlocutore autorevole, Unimol è una presenza amica che ci fa guardare con fierezza al complesso mondo che è il nostro piccolo Molise. Stiamo uniti e andiamo avanti.

Buon nuovo anno accademico a tutti voi.”

 

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