Un vino,un territorio/ Puglia- Susumaniello Oltremé Tenuta Rufino

Pietro Colagiovanni*

Il territorio: la Puglia, uno dei grandi produttori enoici italiani, ha conosciuto negli ultimi decenni una formidabile rinascita. Da terra di vini sfusi, spesso esportati al Nord per dare sostanza ai più esili vini settentrionali, la Puglia oggi offre campioni indiscussi di qualità vitivinicola. Soprattutto Primitivo e Negramaro hanno trainato questa rinascita, diventando prodotti conosciuti in tutto il mondo.

Ma con l’evolversi della produzione si è progressivamente puntato alla riscoperta di vitigni autoctoni meno conosciuti o in via di estinzione, come è il caso del Susumaniello per offrire sapori legati in modo specifico alla storia e alla tradizione di questa fondamentale regione italiana. La Tenuta Rufino ha sede a Brindisi, città antichissima e porto fondamentale nel corso della storia. Capoluogo di provincia con oltre 80.000 Brindisi fa parte del Salento, nella sua parte più settentrionale. Le sue origini sono legate alla popolazione preromanica dei Messapi.

Conquistata dai Romani divenne un porto di primaria importanza per i collegamenti con la Grecia e con l’Oriente e conobbe con l’Impero romano il suo periodo aureo. Caduto l’impero visse un periodo turbolento fino a diventare parte dell’impero bizantino. Nel 1070 fu presa dai Normanni e nella cattedrale di Brindisi ebbero luogo tra l’altro le nozze dell’imperatore Federico II. E sempre da Brindisi Federico II salpò per la sesta crociata. Nel XV secolo divenne dominio spagnolo e conobbe un lungo periodo di declino, con il porto progressivamente dismesso e soggetto ad impaludamento.

Tra il settembre del 1943 e il febbraio del 1944 a Brindisi si rifugiò il re Vittorio Emanuele II e la città per sei mesi divenne sede temporanea del governo. Ricchissimo il patrimonio storico e culturale che Brindisi offre al visitatore, abbracciando le diverse età della sua lunghissima storia. Le colonne romane, che sono anche il simbolo della città, sono state costruite a presidio del porto nel II secolo d.c. Dal periodo medievale troviamo la Fontana Tancredi restaurata dall’ultimo re normanno, la Cattedrale, eretta in stile romanico tra l’XI e il XII secolo, la Chiesa di San Giovanni al Sepolcro e soprattutto la Chiesa di Santa Maria del Casale, vero capolavoro dell’architettura romanico gotico. Si tratta sperò solo di alcuni esempi, Brindisi è ricchissima di vestigia del suo glorioso passato.

Il vitigno: l’Oltremè Tenuta Rufino punta tutte le sue carte su un antico vitigno del brindisino: il Susumaniello. Probabilmente di origini dalmate questo vitigno a bacca nera deve il suo nome alla grande produttività in fase giovanile, tanto da caricarsi “come un asino”. Produttività che poi scende in modo drastico dopo i 10 anni di età della vite. E questa calo lo ha fatto preferire nel tempo ad altri vitigni, specie alcuni famosi e conosciuti come Primitivo e Negroamaro. Oggi invece grazie allo sforzo di alcuni produttori, come Tenuta Rufino, è oggetto di una progressiva riscoperta. Dà origine a vini intressanti e con personalità, rossi dal bel colore rubino e dai sentori fruttati e vegetali

Il vino: l’azienda agricola Tenuta Rubino grazie all’intraprendenza di Tommaso Rubino si trasforma negli anni 80 da azienda agricola a conduzione familiare in moderna cantina centrata su produzione di qualità. Oggi è una realtà molto significativa, con 1,5 milioni di bottiglie prodotte e 250 ettari vitati, con esportazioni in oltre 20 paesi nel mondo. Il focus sulla valorizzazione dei prodotti locali è dimostrato anche da questa bella bottiglia, un Susumaniello (2018 Doc Brindisi) in purezza. Vinificato con macerazione sulle bucce riposa in acciaio alcuni mesi prima di essere imbottigliato.

Di un bel coloro rosso rubino compatto sprigiona odori di piccola frutta di bosco sotto spirito. Al sorso è gradevole ed equilibrato, con una fragrante acidità, temperata ed armonizzata da una buona morbidezza. Il risultato è un vino con personalità, mai banale. Oltremè è un rosso capace di esprimere appieno una storia antica, fatta di lavoro nei campi, di laboriosità e fatica, di amore verso la terra. Di buona struttura è molto versatile ed è perfetto con piatti di pasta al sugo o secondi di carne cotto in umido. Molto buono il rapporto qualità prezzo

Valutazione: 4,25/5

Prezzo medio: 10 euro

Rapporto qualità/prezzo: molto favorevole

* fondatore del gruppo Terminus, comunicatore, sommellier Ais

Seguimi su Twitter @PietroColagiov1

e su Facebook pagina Terminus Vino e territorio

mail [email protected]

Commenti Facebook