Un vino, un territorio- Emilia Romagna- Lambrusco Frizzante Vecchio Moro Rinaldini

Di Pietro Colagiovanni*


Il territorio:  siamo in Emilia Romagna, nella provincia di Reggio Emilia, lungo l’omonima via consolare a Sant’Ilario d’Enza, comune di 11.000 abitanti in piena Pianura Padana. L’azienda Rinaldini produttrice di questo bel Lambrusco ha sede in una frazione di Sant’Ilario d’Enza, Calerno. Siamo a mezza strada tra Reggio Emilia e Parma e il torrente Enza, che scorre a due chilometri dall’abitato, è quello che dà il nome al paese. Abitata sin dai tempi dell’impero romano, vide la presenza di longobardi franchi e ungari. Nel XII secolo con l’aumento dei traffici sulla via Emilia sorgono diversi hospitali tra cui quello di Sant’Ilario (originariamente Sant’Eulalia) che diede il nome al comune. Da visitare in paese la Chiesa settecentesca di Sant’Eulalia. L’azienda Rinaldini nasce alla fine degli anni 60, con 15 ettari vitati ai piedi delle colline Matildiche e mantiene una gestione familiare molto attenta all’ambiente, con sforzi costanti per dare valore ad una viticoltura spesso maltrattata da produttori tesi solo alla massimizzazioni delle quantità produttive.


Il vitigno: il Lambrusco Vecchio Moro è prodotto con un blend di tre vitigni. L’85% è Lambrusco Grasparossa, vitigno a bacca rossa presente fin dall’antichità e tra i più diffusi in provincia di Reggio Emilia. I vini da Lambrusco Grasparossa hanno colori rubino intenso con riflessi violacei ed un inconfondibile sentore di mandorla di pesco. Il 10% è Ancellotta, vitigno a bacca rossa originario della provincia di Reggio Emilia la cui coltivazione è diffusa praticamente in tutta Italia. E’ vitigno molto ricco di pigmenti colorati e conferisce anche tenore zuccherino ai vini in cui è utilizzato. L’ultimo 5% è Marzemino, vitigno a bacca rossa molto coltivato in Trentino Alto Adige. L’uva ha acini piccoli dolcissimi e la sua coltivazione richiede molte attenzioni. I suoi vini hanno tipici profumi di frutta rossa, specie di bosco.


Il vino:  in premessa una nota sul Lambrusco. Durante il corso per diventare sommellier ricordo ancora una risposta che mi diede un docente (peraltro bravo) quando suggerii di abbinare ad un piatto un Lambrusco. “Io col Lambrusco al massimo mi ci lavo i piedi”. E invece il Lambrusco è un ottimo vino, di qualità, come la bottiglia di cui ci occupiamo questa settimana ma porta ancora sul groppone il peso di un passato non propriamente felice. Quello della produzione di quantità, venduta in modo massiccio ad esempio negli Stati Uniti, quella di un vinello frizzante dolciastro di circa 8 gradi alcolici. Forse quello era la bevanda cui si riferiva il docente ma fortunatamente grazie a produttori coscienziosi e legati ad una grande tradizione vitivinicola il Lambrusco sta recuperando la sua dignità. La dignità di un vino espressione di una storia e di un territorio importante come l’Emilia Romagna.

La cantina Rinaldini ne è un esempio. Il Vecchio Moro Emilia Igt Frizzante, ideato nel 1996 in onore del fondatore dell’azienda, è prodotto con metodologie tradizionali ma utilizzando tecnologie moderne. Dopo la prima fermentazione rifermenta in autoclave. Ha un colore rosso rubino compatto e profumi inconfondibili di prugna e more. Al sorso è equilibrato e di gradevole bevibilità, con un tannino giusto e persistenza adeguata. E’ un vino intelligente e piacevole ideale in abbinamento con alcuni piatti. Oltre alla pressoché scontata piadina con la mortadella (la mortazza emiliana) a mio avviso è ottimo anche con la pizza, specie quella cotta con forno elettrico.

Valutazione: 3,75/5
Prezzo medio: 9 euro
Rapporto qualità/prezzo: favorevole

*fondatore del gruppo Terminus, comunicatore, sommellier Ais


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