Teresio Di Pietro (UDC) su elezione Mattarella: “Ottimo uomo, ottimo metodo.”

Non posso che essere soddisfatto per l’elezione di Sergio Mattarella a dodicesimo Presidente della Repubblica Italiana. La scelta ricaduta sull’ex ministro ed ora anche ex componente della Corte Costituzionale dimostra come sia stata oculata e ponderata la scelta dei grandi elettori ricaduta su un uomo che, seppur al di fuori da tempo dalla politica, ben conosce la macchina dello Stato. Ciò che mi ha colpito, ancor di più, è stato il metodo attraverso il quale si è giunti alla sua elezione. Renzi ha imposto le decisioni.

Tutto ciò mi ha fatto rimettere indietro le lancette del tempo. Un metodo che non apparteneva al partito che deteneva la maggioranza assoluta,  ed ho ripensato allo stile che invece possedeva l’allora Democrazia Cristiana che, anche quando i numeri le erano più che favorevoli, faceva della condivisione e dell’inclusione il suo metodo di lavoro. Nei tempi in cui De Gasperi, per capirci, aveva la maggioranza assoluta si apriva agli alleati pur di condividere le scelte che andava a fare. Nei momenti in cui la Dc aveva numeri a suo favore – voglio ricordare a tal proposito i tempi del Pentapartito – finanche un piccolo partito come quello dei Repubblicani riusciva ad avere un presidente del Consiglio. In questi giorni si è riparlato della Dc e di non voler morire da democristiani. A chi, come me, ha militato da giovane in quel grande partito voglio dire che forse quegli insegnamenti non sono stati mai accontonati o dimenticati. Se oggi Sel è arrivato persino a dire che Mattarella rappresenta il meglio di ciò che c’è in circolazione allora ribadisco che c’è ancora possibilità e speranza di morire da democristiano. Augurando buon lavoro al presidente Mattarella mi sento, ancora più oggi, un democristiano convinto e mai pentito del percorso fatto da giovane. Certo la Dc non può essere riesumata, ma rivedere qualcuno che per tanti anni ha incarnato e rappresentato i nostri ideali non può che darmi piacere e gioia. Siamo portatori di un bagaglio di cultura politica che possiamo dispensare ancora a piene mani forti di un’antica tradizione di partecipazione e confronto democratico. Avverto un pizzico di orgoglio democristiano rispetto a quanti non ci vedevano di buon occhio. Ora l’elezione di Mattarella, nel ricordo della tradizione politica di appartenenza, ci ha fatto assistere a una riconsiderazione anche da parte delle sinistra estrema, tanto da potermi rincuorare e affermare che forse da giovane non avevo sbagliato ideali e soprattutto collocazione politica.

 

 

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