Sul disagio sociale meno narrazione, serve concretezza

L’INPS ha bloccato i pagamenti della mobilità in deroga per il 2015 a 700 lavoratori, nonostante le decisioni assunte nella Commissione Tripartita Regionale dell’11 agosto 2015 che vennero riscontrate positivamente con nota del Direttore Generale del Ministero del Lavoro Prot.40/0016582 del 17.08.2015. In pratica dopo il decreto del Ministero dello Sviluppo del 7 agosto 2015 di riconoscimento dell’area di crisi industriale complessa ai sensi dell’art. 27 della legge 134/2012, la Regione Molise venne autorizzata dal Ministero del Lavoro ad ampliare il pagamento della mobilità in deroga per il 2014 ed anni seguenti ad un ulteriore platea di lavoratori a cui era stata respinta la domanda per carenza di fondi e/o di requisiti. Grazie alla collaborazione con l’INPS vennero nuovamente verificate le 1.800 domande del 2014 e tra queste vennero accolte e liquidate oltre 700 istanze. In pratica, a distanza di pochi giorni dall’emanazione del Decreto del MISE sull’area di crisi, il Molise venne autorizzato ad erogare ad oltre 700 lavoratori che ne erano rimasti esclusi, il trattamento della mobilità in deroga per il 2014 e le annualità successive del 2015 e 2016, per un valore economico di alcune decine di milioni di euro. Un risultato politico importante ottenuto grazie alla mobilitazione unanime della Commissione Tripartita che approvò una delibera integrativa l’11 di agosto e la trasmise in pari data al Ministero del Lavoro che già dal 17 agosto accolse la richiesta del Molise. L’auspicio che formulo è che la riunione in programma domani a Roma presso il Ministero possa sbloccare la procedura dell’INPS e autorizzare la liquidazione del trattamento 2015 agli aventi diritto. Sul punto è importante agire unitariamente a Roma per far rispettare un’intesa politica col Governo esprimendo riserve per l’eccesso di formalismo burocratico del Ministero su una questione che coinvolge 700 famiglie prive di reddito. E’ indubbio che i dirigenti ed i funzionari dell’INPS sono tenuti ad osservare le disposizioni amministrative della propria Direzione Nazionale, ma è altrettanto indubbio il disagio sociale in cui versano centinaia di lavoratori che non sanno come sopperire alle proprie necessità più impellenti. Comprendo che non è semplice districarsi nei meandri istituzionali regionali e nazionali su tematiche complesse che trattano delle condizioni materiali di vita delle fasce sociali in maggiore sofferenza della nostra regione, e al di là di ruoli e funzioni, resto convinto che in una fase così difficile bisogna unire le forze del partenariato e degli amministratori per tentare di alleviare il disagio di chi non sa cosa mettere sulla tavola ogni giorno. Non nascondo che questi convincimenti ed i connessi provvedimenti su simili questioni, che richiedevano sforzi e impegni straordinari anche alle strutture, non sempre venivano sostenute con la necessaria determinazione, ma il disagio sociale merita risposte tempestive e concrete. Non servono battute sarcastiche ma impegno unitario, rigoroso e operativo.

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