Sinistra Italiana. Una forza politica umile e generosa come ci insegna l’esempio di Antonio Pizzinato

Nell’epoca del clamore mediatico, passano inosservati i tanti esempi di laboriosità, impegno sociale e spirito di servizio che si adoperano ogni giorno per il bene comune nelle associazioni, sul territorio, nelle istituzioni locali, nel sindacato o in ciò che resta dei partiti. Tra i 700 delegati al Congresso Fondativo di Sinistra Italiana tenutosi a Rimini dal 17 al 19 febbraio, si confondeva tra gli altri anche l’ex-Segretario Generale Nazionale della CGIL Antonio Pizzinnato, eletto nell’Assemblea Territoriale di Base di Sesto San Giovanni (MI). A tarda ora, al termine dei lavori della Commissione Statuto, ci siamo trovati nello stesso albergo a scambiarci qualche impressione sul progetto politico di Sinistra Italiana rapportandolo in modo specifico alle istanze del mondo del lavoro, al sostegno ai Referendum promossi dalla CGIL su voucher e sistema degli appalti, alla necessità di restituire una forza politica ai lavoratori del nostro paese e all’obbligo di radicare il nuovo partito sul territorio iniziando dalle periferie e dai luoghi di lavoro. Salutandolo l’ho ringraziato per il suo esempio di frugalità, per la sua passione politica e per il messaggio che ci trasmetteva con la sua essenzialità Antonio è un giovane di 85 anni nato in un piccolo comune vicino Pordenone, primogenito di 7 figli, nel 1947 si trasferisce a Milano e comincia a lavorare all’età di 15 anni alla Borletti. Si iscrive immediatamente al PCI e alla CGIL, frequenta scuole di formazione politica e sindacale, sia in Italia che a Mosca, e nel 1964 viene eletto Segretario della FIOM di Sesto San Giovanni.

E’ uno dei protagonisti dell’Autunno Caldo, dirige la CGIL di Milano negli anni delle bombe fasciste di Piazza Fontana, si batte per lo Statuto dei Diritti dei Lavoratori e per integrare gli emigranti meridionali nelle grandi periferie delle città del Nord. Lotta per portare le fabbriche nel Sud, contro il terrorismo rosso e contro la strategia della tensione, si batte per i diritti civili e la riforma sanitaria del 1978. Nel 1986 viene chiamato a sostituire Luciano LAMA alla Segreteria Generale Nazionale della CGIL dove rimane fino al 1988, nel 1996 è Sottosegretario al Lavoro con Romano Prodi e nel 2005 è Vice-Presidente della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sulla sicurezza sul lavoro. Presidente Onorario dell’ANPI Lombardia, nella sua Sesto San Giovanni continua ad impegnarsi in SINISTRA ITALIANA ponendosi a servizio, con umiltà e generosità, di un progetto politico che intende restituire voce alle periferie più che ai salotti, agli operai più che a Marchionne, ai precari più che all’alta borghesia, ai migranti, a chi non ha casa e lavoro, a chi non ha più i soldi per curarsi, ai piccoli imprenditori e ai ceti medi impoveriti dalla globalizzazione e dalle politiche di austerità.

Nel mio intervento al Congresso ho rilanciato dal Sud gli stessi temi soffermandomi sulle criticità aggiuntive delle aree interne e delle piccole regioni che soffrono per la fuga dello Stato dal territorio, per i tagli ai servizi pubblici essenziali a partire dalla sanità, per l’improvvido svuotamento delle Province che ha paralizzato la manutenzione delle strade ed i Centri per l’Impiego, per il blocco delle assunzioni nel pubblico impiego ed per i mancati investimenti sul lavoro, sui giovani e sulle infrastrutture. La sfida davanti a noi ci pone davanti al bivio di sempre, o ci si schiera dalla parte dei più forti pensando soli a sé stessi, o si segue l’esempio di Antonio Pizzinato scegliendo il lavoro e la parte più debole della società.
Michele Petraroia

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