Ridurre vincoli e requisiti minimi delle strutture a svantaggio di bimbi, anziani e migranti non è una scelta giusta

Nella seduta della Quarta Commissione Consiliare svoltasi in mattinata è passata a maggioranza la proposta di modifica del Regolamento Quadro n. 1/2015 riferito ai requisiti minimi delle strutture chiamate ad ospitare bambini, persone, migranti e anziani. Su iniziativa della Giunta Frattura è stata adottata la Delibera di G.R. n. 112 del 30.03.2017 con cui si interviene per modificare a svantaggio dell’utenza, e quindi delle persone, dei bambini, dei rifugiati e più in generale degli ospiti di strutture ricettive alcuni parametri riferiti rispettivamente a :

1) art. 36 del Regolamento si prevede che i metri quadrati per posto bambino passano da 7.5 a 5,5 e da 7 mq a 5 mq;
2) art. 51 del Regolamento si prevede in sostituzione della figura professionale del cuoco la figura dell’addetto alla preparazione pasti;
3) art. 60 bis del Regolamento si prevede un servizio igienico ogni 6 richiedenti asilo o rifugiati anziché ogni 4 migranti.

In pratica si allentano alcuni vincoli a svantaggio dei bimbi che vanno negli asili nido o nidi d’infanzia sancendo minori spazi a disposizione, a svantaggio degli ospiti delle case di riposo con la sostituzione di una figura professionale con una di addetto alla preparazione pasti, e a svantaggio dei rifugiati che dovranno dividersi in 6 un bagno e non più in 4.

La legge quadro regionale n. 13 del 6 maggio 2014 ha recepito in Molise la norma nazionale di settore la legge 328 del 2000 con notevole ritardo rispetto ad altre regioni, ma ciò che preoccupa è che la nuova disciplina legislativa attende di essere resa operativa nonostante l’adozione sia del Regolamento Attuativo avvenuta il 27 febbraio 2015 che del Piano Sociale Regionale 2016-2018 approvato il 1 dicembre 2015 all’unanimità dal Consiglio Regionale. Gli unici interventi che vengono predisposti non si orientano a fronteggiare l’emergenza casa, il contrasto alla povertà, l’inclusione sociale ed il reinserimento lavorativo delle fasce deboli, ma insistono su destrutturazioni di vincoli, allentamenti di tutele e misure che non agevolano i soggetti più fragili.
Michele Petraroia

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