Preoccupante allarme povertà anche per il Molise, incomprensibile l’empasse della Regione

7,2 milioni di persone in oltre 3,1 milioni di famiglie vivono in situazioni di gravi difficoltà, per una percentuale dell’11,9%, mentre sono 4 milioni e 598 mila i cittadini che vivono sotto lo soglia di povertà, ossia il 7,6% della popolazione nazionale.
Gli ultimi dati Istat lanciano un preoccupante allarme povertà, con dati sostanzialmente stabili rispetto agli ultimi anni; il recente via libera al disegno di legge delega per il contrasto alla povertà che introduce il reddito di inclusione, con il quale si garantiranno 480 al mese a circa 400 famiglie, è una prima risposta tuttavia insufficiente a quella che negli ultimi anni si è connotata come una vera emergenza sociale, uno strumento con il quale si coprirebbe solamente il 30% dei nuclei familiari possibili beneficiari, segno che la spesa pubblica che in Italia si vuole destinare alla lotta contro la povertà è insufficiente e non in linea con gli indirizzi degli altri Stati comunitari.
Una condizione che riguarda da vicino anche il Molise, dove l’incidenza della povertà relativa si attesta al 21,5% (la media nazionale è del 10,4%), dietro solamente a Calabria, Sicilia e Basilicata; la soglia di individui in condizione di grave deprivazione si attesta al 9,9%, mentre è a rischio povertà circa il 33% della popolazione molisana. Dati che assumono una rilevanza ancora più significativa se letti unitamente a quelli del mercato del lavoro: disoccupazione di lunga durata al 64,3% (peggio fa solo la Campania), disoccupazione al 12,8% e quella giovanile al 38,8%.
La povertà per la nostra regione è un’emergenza evidente, e basterebbe guardarsi intorno per rendersene conto, e difatti proprio per queste ragioni il 29 settembre 2014 presentammo una proposta di legge per introdurre l’istituzione del reddito minimo garantito, testo che ha iniziato il suo iter in commissione e che ovviamente dovrà essere ripensato in alcuni passaggi fondamentali, stante il recente indirizzo nazionale con il quale si prevede l’istituzione del reddito di inclusione.
Resta poi incomprensibile l’empasse della Regione su un tema che in questi anni ha assunto un’importanza fondamentale per la nostra società, con una fragilità sempre più avvertita all’interno dei nuclei familiari; sarebbe stato necessario mettere in campo tutti gli strumenti a disposizione, ma la mancanza di un assessore alle Politiche Sociali dal 12 gennaio 2016 non ha fatto altro che aggravare una situazione di estrema difficoltà, testimoniata, per esempio, dal ritardo nel liquidare agli Ambiti Territoriali i 600 mila euro destinati ai beneficiari del reddito di inclusione per il 2015 (avvenuta solo il 22 dicembre 2016), dalla problematica più volte sollevata sulla Non Autosufficienza nonché dalle difficoltà di espletazione delle procedure del Sostegno all’Inclusione Attiva.
Quando, infine, saranno pubblicati i bandi a valere sull’obiettivo tematico 9 del POR FSE 2014/2020 che prevede una serie di interventi di contrasto alla povertà, finanziato con 12 milioni di euro?
Più volte abbiamo chiesto una presa di coscienza e una celerità di intervento per garantire equità sociale ai cittadini, ma i nostri richiami sono rimasti inascoltati, mentre la povertà bussa sempre di più alla porta delle famiglie molisane.
Di questo passo quale sarà il futuro del Molise?

Angela Fusco Perrella
Michele Iorio
Nicola Cavaliere
Giuseppe Sabusco

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