Politiche del lavoro: le Comunità locali sostengano il negoziato della regione con il Governo

Nel mentre si continua a dissertare in astratto sui massimi sistemi, il Molise rischia di non cogliere le opportunità connesse con il riconoscimento dell’Area di Crisi Industriale Complessa per via della sostanziale indisponibilità del Governo ad appostare i giusti finanziamenti nell’Accordo di Programma in via di definizione.
È chiaro che se il confronto si sviluppa solo sul piano tecnico – amministrativo, il disposto della Legge n. 134/2012 e le norme di riferimento, limitano l’entità dello strumento di programmazione. Al contrario, se si avvia un negoziato di carattere politico, si potrà mettere sul tavolo della trattazione anche il parziale recupero dei 145 milioni di euro tagliati alla Regione Molise nel POR 2014-2020 rispetto alle somme stanziate nel POR 2007-2013.
Come è noto il Governo acquisì a verbale, nella seduta della Conferenza Unificata del 16 aprile 2014 presieduta dall’allora Sottosegretario Graziano Delrio, le lettere dei Governatori del Molise e dell’Abruzzo, e la mia richiesta avanzata formalmente durante la sessione della Conferenza, in cui veniva evidenziato il danno per le regioni italiane collocate nella fase di transizione.
È ovvio che il Governo può individuare più modalità per sostenere la Regione Molise con stanziamenti specifici legati a più Intese Istituzionali e/o Accordi di Programma; e/o incrementando la dotazione finanziaria del Fondo di Sviluppo e Coesione FSC 2014-2020 che è alla base del Patto per il Sud in via di sottoscrizione tra il Presidente del Consiglio ed il Presidente della Giunta Regionale. Ricordo però che tra gli strumenti di programmazione territoriale c’è anche l’Accordo di Programma a valere sull’Area di Crisi che può veicolare la restituzione di parte dei 145 milioni di Fondi Europei tagliati ingiustamente al Molise attraverso l’appostamento di risorse da utilizzare per sostenere le politiche attive del lavoro dei 3 mila addetti della GAM, ITTIERRE e settore metalmeccanico.
Se il negoziato con Roma viene condotto con determinazione e unitariamente dalle forze sociali, politiche ed istituzionali del Molise, si potrà strappare un risultato concreto con una dotazione finanziaria adeguata, offrendo in tal modo, la possibilità di sperimentare con successo la ricollocazione lavorativa, l’autoimpiego o l’incentivo all’esodo per i 3 mila aventi diritto.
Per questo auspico che i Comuni di Isernia, Bojano e Venafro, dove risiedono poco meno della metà dei lavoratori interessati, possano utilizzare anche l’allegato documento ufficiale della Conferenza Unificata del 16 aprile 2014 per promuovere atti deliberativi, sollecitazioni istituzionali o iniziative di mobilitazione a tutela della propria comunità, e più in generale del territorio coinvolto dalle crisi della filiera tessile, avicola e dell’indotto dell’auto.

Michele Petraroia

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