Musacchio: il conflitto di interessi è il cancro della democrazia, in Molise sono state concesse autorizzazioni assurde

Per attirare l’attenzione della “politica” è necessario protestare, scendere in piazza, manifestare, fare presidi. A nulla, o poco nulla, servono le inchieste locali, se qualche notiziario nazionale non ci dedica qualche minuto, a poco servono le firme raccolte e presentate alle Istituzioni. Ma allora, oltre ai doveri, i molisani non hanno alcun diritto? E chi tutela la salute, il lavoro, l’ambiente, tanto per fare qualche esempio? Cattolici o no, quale è il valore della vita umana? Il potere e il denaro ne annullano tutto il significato? Continuiamo ad interessarci, e mantenere alta l’attenzione, sperando di arrivare anche alle coscienze di “qualcuno”, con le interviste/inchieste questa volta al professor Vincenzo Musacchio, Presidente di Corea Molise, che recentemente ha ottenuto i risultati di una indagine fatta dall’Istituto Nazionale Tumori in cui si evidenzia che dal 1970 al 2013 l’incidenza di tumori in Molise è triplicato. Non è un dato che dovrebbe far riflettere?Professor Musacchio, siamo alle solite, se così possiamo dire. Dopo la manifestazione “Fiume in Piena” per la Terra dei Fuochi, la “Marcia su Campobasso” contro le Biomasse, per accendere i riflettori dell’opinione pubblica. Il popolo deve reclamare. Ma dove sono finiti i diritti e la giustizia?

“Prima di tutto, è bene dare una definizione di giustizia. Per me la giustizia è una modalità dell’azione sociale, la regola (anche morale) che rapporta gli uomini tra loro nella società secondo il fondamentale criterio dell’eguaglianza. Nel nostro paese invece si è sviluppata una mentalità diffusa, intollerante delle regole e incapace di pensare al di là del proprio interesse individuale e familiare. Oggi ci sforziamo a pensarci come cittadini e ancor meno come esseri umani vicendevolmente responsabili. Da noi in particolare è ostacolo alla pratica della giustizia e al riconoscimento dei diritti fondamentali il diffuso familismo che ancora orienta le dinamiche sociali, dove il merito viene considerato con sospetto dalle corporazioni e combattuto perché ritenuto bandiera di pochi privilegiati. Si preferisce la via dei rapporti clientelari, di amicizia o di sponsor politico, ci si arrangia per vie familiari. Ritengo che non abbiamo bisogno di trovare un modello trascendentale di giustizia, ma di dare soluzioni concrete e praticabili, anche se parziali, che sappiano coinvolgere tutti noi come soggetti per sanare le disuguaglianze, le discriminazioni sociali, i guasti prodotti da una pessima gestione politica del bene pubblico e dalla crisi economica che coinvolge tanti settori tra cui primari proprio quelli della salute e dell’ambiente”.

Abbiamo detto più volte che mancano i “controllori” dei controllori, ossia di quelli che dovrebbero tutelare territorio e bene pubblico. E le istituzioni? E le Forze dell’Ordine? Tra vent’anni, a queste condizioni, chi ci sarà ancora per protestare?

I conflitti e le commistioni tra controllore e controllato contrastano con i principi di imparzialità e di buon andamento, sanciti dall’art. 97 della Costituzione, che presiedono all’azione amministrativa ed impediscono la necessaria distinzione tra controllato e controllore che, parimenti, assicura la regolarità del confronto concorrenziale e soprattutto del controllo reale ed efficace. Sono fermamente convinto che la trasparenza sia il meccanismo più efficace per un controllo reale anche da parte di cittadini ed associazioni. In tale modo, la trasparenza assume i connotati del termine di sintesi dei valori della coerenza, dell’equità, della linearità e della immediatezza dell’azione amministrativa e non, ed al suo opposto si collocano i valori contrari dell’occultamento degli interessi reali, dello sviamento dell’attività, e del perseguimento di scopi non coincidenti con il fine pubblico. La strada da percorrere, dunque, non è difficile: basta volerlo! Se non si farà questo tra vent’anni credo ci sarà ben poco da protestare…”

“I conflitti di interesse” dovrebbero limitare azioni politiche o addirittura negarle, ma cosa sta succedendo in Molise?

“ Diceva una grande pensatore contemporaneo (Bobbio) che il conflitto di interessi è il cancro della democrazia. Il conflitto di interessi si verifica quando un individuo che ricopre una particolare carica, pubblica o privata, utilizza i suoi poteri per trarne vantaggio. È in conflitto di interessi quindi l’imprenditore privato che, divenuto (supponiamo) presidente di un organo di governo, eserciti pressioni su un organo legislativo affinché legiferi a favore delle sue imprese. Vi è conflitto anche nel caso dell’imprenditore privato che abbia interesse in un determinato settore produttivo e contemporaneamente ricopra cariche pubbliche che regolino lo stesso settore. Voglio precisare che non costituisce conflitto il semplice fatto di ricoprire la carica, bisogna che ci sia un’azione di pressione affinché la propria azienda-impresa sia favorita. Noi italiani in questo settore siamo “maestri”. Spero di essere stato sufficientemente chiaro”.

E’ sintomatico che finché non scoppia una “rivolta” sia pure di piccole dimensioni, si va avanti senza interessarsi delle conseguenze sulla salute pubblica. Il “dio denaro” annulla il valore di una vita umana?

“ Le sue domande sono davvero stimolanti. Questa volta voglio citare Papa Francesco, il quale giustamente afferma che viviamo in un sistema economico mondiale che non è giusto. Al centro di tutto il sistema economico deve esserci l’uomo, e tutto deve essere al servizio dell’uomo. Noi invece abbiamo messo al centro il denaro, il dio denaro. E’ indispensabile quindi un forte ripensamento dell’attuale modello di sviluppo e dell’intero sistema economico, che riconosca la centralità del binomio ambiente-salute. Dalla massima tutela di questo binomio deriva automaticamente anche la tutela della vita umana. I diritti umani e l’ambiente possono svolgere un ruolo integrato e indivisibile nella realizzazione dello sviluppo sostenibile e nell’accesso equo ai beni primari, dimostrando come ambiente, salute pubblica e politiche dei diritti dell’uomo si influenzino a vicenda e possono convivere tra loro: basta volerlo veramente!”.

E’ grave il fatto che ormai siamo tutti a conoscenza di quanto stia accadendo in Molise: eolico selvaggio, biomasse, discariche abusive, campi inquinati da rifiuti tossici, pozzi inquinati da scorie, eppure si continuano a “sfornare autorizzazioni”, ma come è possibile?

Onestamente neanche io riesco a comprenderne il perché. Ma in fondo poi non mi meraviglia più di tanto se si pensa che in questa regione si sono concesse autorizzazioni assurde. Si è autorizzato persino la detenzione di materiale nucleare presso civili abitazioni. Mi auguro soltanto che l’accesso alle informazioni ambientali da parte di cittadini ed associazioni sia sempre garantito perché ad oggi rappresenta uno dei pochi mezzi di controllo realmente efficace”.

Scoppiato “lo scandalo” tutti fanno dietro front e si dichiarano favorevoli alla tutela ambientale e del bene pubblico, ma allora le responsabilità di chi sono?

“ Le passerelle politiche ci sono sempre state e ci saranno sempre. Sono i cittadini che devono rendersi conto e comprendere chi merita e chi no! Ovviamente politicamente parlando. Le responsabilità partono da lontano. Nel mio MOLISE OSCURO citato anche da vari giornali e TV nazionali alcune specifiche responsabilità sono indicate. Penso che nessuno sia immune da responsabilità, cittadini compresi. Potevamo fare qualcosa e non lo abbiamo fatto! Oggi ne paghiamo le conseguenze. In tutti questi anni in Molise c’è stato il tempo di approfondire, ma nessuno, né a livello regionale, né statale, ha fatto niente. Ancora una volta chiediamo formalmente di costituire un Comitato zonale permanente di consultazione e di controllo, composto dai Comuni e dalle associazioni interessate, che tenga d’occhio le numerose criticità ambientali della zona (aria, acqua, elettrosmog, discariche, inceneritori, biomasse) e ne riferisca periodicamente alla comunità. Noi di Co.Re.A. assieme a tutte le associazioni che vorranno aderire raccoglieremo i fondi per cominciare il cammino che ci porterà assieme a tutti i cittadini molisani ad un controllo più efficace ed efficiente del territorio. Ci siamo già dotati grazie all’aiuto dei cittadini di un contatore Geiger e di un misuratore di onde elettromagnetiche ma non ci fermeremo qui. Chiediamo di conoscere che fine abbia fatto il registro tumori. Un registro tumori che se non sarà delle istituzioni molisane allora dovrà essere dei cittadini di questo territorio”.

Cosa dobbiamo aspettarci per il futuro secondo lei?

“Non so cosa dobbiamo aspettarci, ma vista l’atmosfera non credo cose buone. Noi di Co.Re.A però di una cosa siamo certissimi: non vogliamo che il Molise si trasformi nel tempo nella pattumiera d’Italia senza che si possano individuare e far pagare i responsabili di questo stato di cose! E finché avremo forza e sostegno dai cittadini combatteremo strenuamente questa battaglia”.

Il professor Stefano Montanari potrebbe, essendo esperto di nanoparticelle, effettuare una analisi approfondita su suolo molisano, ma questo tipo di indagini sono costose. Ora, mi permetta se chiedo il suo aiuto, se si sono schierati tutti a favore della tutela, mi riferisco agli inquilini di Palazzo Moffa in primis, a parte le parole un gesto concreto non potrebbe partire proprio da li? Mi rendo conto che la mia è un’utopia però chiedere non costa niente …..

“ Chiedere spesso è un diritto e concedere è altrettanto spesso un dovere”.

Mariateresa Di Lallo

 

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