Movimento 5 Stelle: No alla razionalizzazione dei costi a scapito dei diritti

Garante dei diritti della persona: il nostro no è stato chiaro. Il taglio dei costi non può pesare sulle spalle dei più deboli e sulle forme di garanzia dei diritti dei cittadini Siamo stati i soli a votare contro la proposta di Legge che istituisce il Garante regionale dei diritti della persona. La figura è nata da una razionalizzazione dei costi dell’amministrazione e, in pratica, mette insieme “Difensore Civico”, “Tutore pubblico dei Minori” e “Garante dei detenuti”. In particolare, dopo l’abrogazione del Difensore Civico, il Consiglio regionale ha soppresso anche la figura del tutore dei minori, ed ha ignorato i diritti delle persone prive di libertà ma non dei propri diritti.
Il MoVimento 5 Stelle non ci sta. La legge, approvata, rischia solo di creare una figura inefficace e insufficiente a fronteggiare tutti i problemi di cui deve occuparsi. Le funzioni e i doveri del Garante regionale sono troppo importanti per restare solo su una carta legislativa. Una figura dai requisiti ‘deboli’, così come sono previsti dalla proposta, ma che allo stesso tempo dovrebbe avere competenze trasversali. Anche l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza è intervenuta contro la proposta di legge che però oggi è stata approvata. L’Autorità ha ricordato a tutto il Consiglio regionale quanto sia delicato il ruolo del tutore dei minori, figura che richiede dedizione e attenzione costanti, ma anche grande capacità di ascolto: professionalità specifiche oltre che competenza ed esperienza nel campo dei diritti dei minori. Insomma, una figura che abbia una competenza esclusiva in materia di infanzia e adolescenza.
Proprio questa esclusività ora verrà meno con una figura generica come quella del Garante regionale. Lo stesso che si propone persino quale forma di garanzia dei diritti dei detenuti, figura individuata da una legge nazionale varata proprio quest’anno. Il Garante dei diritti dei detenuti dev’essere una figura in grado sia di monitorare le condizioni dei luoghi di detenzione, sia di incontrare i singoli detenuti, soprattutto in caso di potenziali violazioni di diritti, sia per richiedere interventi su questioni specifiche. Basti pensare solo ai temi di sovraffollamento e maltrattamenti nelle carceri italiane, già oggetto di condanne da parte del Comitato europeo per la prevenzione della tortura e della Corte di Strasburgo, nonché di altre importanti associazioni umanitarie internazionali come Medici Senza Frontiere e Amnesty International. Questa situazione, in cui molto spesso versano i detenuti, crea un’alta percentuale di recidiva. E il Garante dei detenuti, come spiegato in Aula, dovrebbe svolgere un ruolo di raccordo tra il ‘dentro’ e il ‘fuori’.
Riteniamo, dunque, che la razionalizzazione dei costi non possa pesare sulle spalle dei cittadini più deboli e in difficoltà.

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