Molise terra di conquista dei petrolieri. La Giunta regionale e il Consiglio regionale non hanno nulla da dire?

·    La Società Adriatica Idrocarburi si appresta a scavare un pozzo per la ricerca e l’eventuale estrazione di petrolio e gas nel territorio di Rotello, in una zona confinante col comune di Santa Croce di Magliano. Si tratta, è noto a tutti, di un’area della nostra regione ad alto rischio sismico. E d’altra parte in Olanda il nesso tra l’estrazione di idrocarburi effettuata a Groningen e il verificarsi di terremoti nella stessa area è accettato da tutti.
·    Il ministero si accinge a dare parere positivo all’apertura da parte della “Edison” di 3/4 nuovi pozzi di estrazione in mare, a “Rospo mare”, tra Termoli e Vasto, a meno di 11 miglia dalla costa. Il danno che ne deriverebbe alla pesca e al turismo è evidente. Così come è noto l’alto tasso di rischio di eventi catastrofici connesso alle trivellazioni in mare.
·    In tutto l’alto e medio Adriatico, costa molisana compresa, viene autorizzato un metodo di ricerca dei giacimenti di idrocarburi consistente nell’inviare verso il fondo marino bombe d’aria ad altissima pressione e nell’analizzare le caratteristiche dell’onda riflessa. Questo metodo criminale comporta la devastazione dell’ambiente marino e danni gravi a gran parte della fauna marina.
A propiziare questa inaudita aggressione al territorio molisano è stato il decreto “Sbloccaitalia”, con il quale il governo Renzi, confermando la propria natura di procacciatore d’affari a favore di lobbies a caccia di profitto facile, ha dato mano libera ai petrolieri, liberandoli da ogni vincolo. Addirittura il settore degli idrocarburi viene dichiarato di “interesse strategico nazionale” e le relative concessioni vengono sottratte del tutto alla potestà delle Regioni e degli Enti territoriali.
In un cinico-e improponibile-bilancio del dare e dell’avere, qualcuno potrebbe essere indotto a pensare che l’aggressione al territorio e i pesanti rischi ambientali connessi vengano compensati in termini di afflusso di “ricchezza” verso la nostra regione, oltre che di occupazione e di “sviluppo”. Non è così: per quanto riguarda le royalty da versare, il decreto stabilisce a vantaggio delle società petrolifere una franchigia totale per giacimenti inferiori a 25 milioni di metri cubi, che farà sì che esse si approprino, senza nulla rendere, di una nostra risorsa collettiva; per quanto riguarda eventuali ricadute occupazionali, non ve ne sono, le operazioni sono tutte robotizzate e governate a distanza.
E’ vero lo “sbloccaitalia” esclude le regioni dalle valutazioni di merito circa la concessione alle società di nuove concessioni per la ricerca e lo sfruttamento di nuovi giacimenti di idrocarburi, ma comunque sette Regioni ( da Nord a Sud ) hanno avanzato contro di esso ricorso alla Corte Costituzionale. Il Molise non è fra queste: perché? Inoltre, al di là degli atti  formali, di fronte alla gravità dell’aggressione al nostro territorio, non sarebbe il caso che il Presidente della giunta, gli assessori, i consiglieri, i Consiglio regionale tutto sollevassero politicamente e apertamente l’allarme nei confronti del governo nazionale? Non sarebbe il caso che, per una volta, tutti costoro accantonassero il patto di potere e di reciproca convenienza che li lega ai vertici nazionali e si ricordassero di essere rappresentanti dei vitali interessi dei cittadini molisani? Noi siamo in attesa. E comunque siamo impegnati ad organizzare la resistenza e la lotta delle popolazioni molisane.
SILVIO ARCOLESSE
SEGRETARIO PRC MOLISE

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