L’occhio che uccide/ All’Inps affidata la gestione della Bifernina

Mentre nel Molise la pandemia non accenna a mollare la presa, tanto da spingere il Presidente della Regione a prorogare la drastica misura del divieto di macellazione dei suini (sia pure mitigato da uno spazio di intervento riservato ai sindaci) altre tematiche di un certo rilievo sono finite nel sottofondo. Una di queste è certamente la viabilità regionale, specie quella sulla principale arteria molisana, la Bifernina.

foto di repertorio

Da circa due anni sulla strada, in particolare sui ponti sulla diga del Liscione sono iniziati importanti lavori di manutenzione con quattro lunghi cantieri, presso i quali la circolazione avviene solo in maniera alternata, con semafori a regolare i flussi. Questo comporta, per un automobilista che decida comunque di affrontare il viaggio Campobasso- Termoli o viceversa, lunghe se non lunghissime pause. Se è sfortunato (ossia becca quattro rossi tutti appena scattati, visto che, ovviamente, i semafori non sono sincronizzati) il suo viaggio si allunga anche di una mezzoretta rispetto agli standard normali. Che si fa in tutto questo tempo? Molti si muniscono di Settimana Enigmistica e passano il tempo a risolvere cruciverba e rompicapo vari.

A volte però, specie se sei un pendolare, la Settimana Enigmistica l’hai già finita, non ancora arriva la nuova e non ti resta che guardare il panorama. E a un certo punto per ingannare il tempo, anziché contare le pecore ti metti a contare gli operai che lavorano sui quattro cantieri, lunghi complessivamente dai due ai tre chilometri. A volte non c’è nessuno, a volte c’è una persona che spazza la carreggiata, a volte ci sono piccoli assembramenti con cinque sei operai e un paio di mezzi a coadiuvarli. Tirando le somme nei quattro cantieri raramente si sfiorano le trenta unità operative.

E allora cominci a porti altre domande. L’Anas, che gestisce i lavori, non avrebbe mai appaltato lavori così imponenti ad una forza lavoro così ristretta. Sul cartello ad inizio lavori c’è scritto Anas ma qualcosa, evidentemente, non va. Pensa e ti ripensa alla fine, al quarto semaforo, il rebus è risolto. Il cartello è semplicemente sbagliato, hanno fatto confusione tra sigle di enti pubblici statali.

Non è l’Anas a gestire i lavori bensì un altro ente con quattro lettere che finisce per s: l’Inps. E così si spiega tutto. L’obiettivo principale dei cantieri non è quello di manutenere le strade bensì quello di accompagnare alla pensione lavoratori esodati con progetti di lavori socialmente utili. Adesso che tutto si trova puoi anche calcolare con una certa precisione per quanti anni ancora ci saranno i quattro semafori sulla Bifernina (cui potrebbero aggiungersene anche altri, dipende dalle domande di prepensionamento ricevute dall’Inps).

Se non interviene una nuova legge Fornero a peggiorare le cosa la Bifernina sarà occupata da questi cantieri per almeno altri quindici anni.

Aigor

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