Le imprese farmaceutiche Italiane sono il trampolino di lancio per la Ricerca e lo Sviluppo

di Massimo Dalla Torre

Senza le imprese farmaceutiche la produttività del nostro Paese diminuirebbe del 6%. Questo è, il dato che è emerso dagli studi in materia inerente alla “Produzione di valore”.

Il tutto in considerazione che l’industria italiana del farmaco non può perdere importanza, tant’è che negli ultimi anni le imprese farmaceutiche italiane sono crescite del 44%, rispetto al 7% della media manifatturiera, con investimenti annuali pari a 1,2 miliardi di euro in Ricerca & Sviluppo con un’intensità di 7 volte superiore alla media nazionale, anche se la spesa farmaceutica pubblica è inferiore, in termini procapite, del 30% rispetto agli altri grandi Paesi europei. A dare manforte agli studi “Farmindustria”che da anni tiene sotto controllo il settore tenuto conto soprattutto delle voci contrastanti che costituiscono il restante 86%.

Inoltre, un’indagine condotta sempre sulle aziende associate a “Farmindustria”, mostra che solo il 10% delle fatture emesse negli anni scorsi sono evase entro 60 giorni, come previsto da una direttiva europea, mentre il 67% o non è stato ancora pagato o è stato pagato dopo 120 giorni. Dati indicativi specialmente se si guardano le situazioni regionali dove sono presenti, specialmente al nord dello stivale più di 100 aziende farmaceutiche e oltre trenta centri di ricerca aziendali, con 30mila addetti diretti e circa 16mila nell’indotto. Realtà che ci pongono ai vertici nella Ricerca & Sviluppo con un numero di 2.825 occupati circa su di un totale del 50% sull’intero territorio nazionale.

Ecco perché bisogna insistere sulle partnership tra Regioni e Industria quale punto di forza del Patto della Salute, in questo modo le indicazioni che giungono dall’Europa non andranno vanificate, anzi si rafforzeranno, specialmente se si pensa che la Ricerca e lo Sviluppo sono due branche particolarmente trainanti per il sistema Italia. Il quale, però è ancora lontano da raggiungere il traguardo non per mancanza d’iniziativa ma per interessi che spesso portano a intraprendere strade tortuose non facilmente percorribili.

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