LARINascita sul carnevale larinese : Nel menefreghismo amministrativo resiste solo la qualità dei carri allegorici

Il 6 e 7 febbraio 2016, si svolgerà la 41esima edizione del Carnevale larinese che vedrà andare in scena i “giganti di cartapesta”, protagonisti indiscussi dell’evento. La manifestazione è organizzata dall’amministrazione comunale, coadiuvata dalla ProLoco e si preannuncia come sempre avvincente sotto il profilo della competizione tra i carri partecipanti anche se dal punto di vista artistico le allegorie saranno ridotte sia in termini dimensionali che qualitativi.
Un passo indietro forzato della manifestazione che deve essere ricondotto innanzitutto alla mancanza di programmazione relativa a tale evento e non di certo ai cartapestai larinesi che subiscono supinamente il menefreghismo amministrativo. A seguito del solito letargo organizzativo che riguarda la manifestazione, l’amministrazione Notarangelo, attraverso il vice sindaco D’Ermes, per quest’anno stranamente fattasi carico dei compiti già spettanti “all’assessore con delega al carnevale” Stefano Vitulli, ha inteso solo a fine dicembre avviare le attività relative all’organizzazione del carnevale, quindi in tempi programmatici ristrettissimi per un evento così imponente, basti pensare che il termine per l’iscrizione alla sfilata dei carri allegorici, con la presentazione dei titoli e dei bozzetti, è stato addirittura fissato a meno di 15 giorni della sfilata.
Ma non è tutto! L’amministrazione e la ProLoco, non hanno inteso neppure porsi come obiettivo la soluzione del problema atavico, ovvero il reperimento di strutture idonee alla realizzazione delle allegorie che negli ultimi anni, grazie all’impegno degli assessori alla cultura delle precedenti amministrazioni, era diventato un minimo gesto di disponibilità ed interesse da parte delle istituzioni per la riuscita della manifestazione. L’impatto di tale scelta per l’edizione 2016 è stato devastante per tutti i carristi partecipanti che purtroppo sono stati costretti a provvedere direttamente alla ricerca di “accampamenti di fortuna” nei quali costruire le proprie opere di cartapesta che sfileranno per le strade di Larino il prossimo fine settimana. Garage, cantine, posti all’aperto, capannoni senza porte e finestre, taluni situati ad oltre 30 chilometri da Larino, sono state le migliori soluzioni che i carristi, ovviamente a proprie spese e con tutti i rischi derivanti, sono riusciti a individuare.
Per il Movimento LARINascita, come già proposto negli anni scorsi, il Carnevale larinese può diventare una diversa risorsa economica per la nostra realtà e innescare un circolo virtuoso per le attività commerciali che potrebbero ritrovarsi a beneficiarne. Per il segretario del Movimento Danilo Marchitto, sarebbe auspicabile che si iniziasse ad immaginare una manifestazione che si svolga durante tutto il periodo del carnevale, che preveda il fattivo coinvolgimento delle scuole e che trovi la sua massima espressione nella sfilata dei giganti di cartapesta distribuita in almeno due fine-settimana. Una oculata gestione dei fondi potrebbe garantire un successo di gran lunga superiore. Vi sono delle priorità a cui far fronte necessariamente, individuare un’area ove montare le tensostrutture adatte ad ospitare la costruzione delle allegorie potrebbe essere una soluzione risolutiva. Prevedere un percorso transennato a garanzia della pubblica incolumità e della qualità organizzativa dei corsi mascherati e al quale accedere attraverso il versamento di un piccolo contributo consentirebbe anche un introito da destinare alla manifestazione. Da rivedere anche la promozione dell’evento, innanzitutto convocando per tempo conferenze stampa ufficiali di presentazione del programma della manifestazione e utilizzando maggiormente tutti i canali comunicativi. Larino non può più permettersi il lusso di gestire tale manifestazione allo stesso modo di trent’anni fa, è giunto il momento di potenziare l’aspetto culturale agevolando le già elevate capacità artistiche dei giovani larinesi, mettendo a frutto realmente l’intera manifestazione affinché possa rappresentare oltre ad un momento sociale e culturale per l’intera cittadinanza anche un indotto economico per tutte le attività commerciali locali.

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