La riflessione/ Ambiente, la prevalenza del cafone

Il problema da un po’ di tempo sembra essere passato in secondo piano, ‘sommerso’ mediaticamente dai numeri della pandemia e nell’interesse dai problemi quotidiani, come se questo non fosse uno di essi.

L’ambiente è prezioso- si dice- e a parole tutti sono mentalmente propensi a rispettarlo; ma i fatti dicono tutt’altro. Senza scomodare le cronache nazionali ed internazionali, come il caso della nave porta container affondata al largo delle coste dello Sri Lanka con relativo sversamento in mare di tonnellate di sostanze chimiche ( e che è solo l’ennesimo caso in tal senso di una tragedia senza fine), anche dalle nostre parti, nel Molise che dovrebbe essere incontaminato, la situazione non è delle migliori. Certo non abbiamo i grandi numeri neri delle regioni limitrofe su discariche abusive e sversamenti illeciti, ma un generale ‘trend’ di indifferenza della popolazione verso il tener pulita la propria città diventa sempre più dominante ovunque, ma naturalmente diventa più grave nei centri maggiori.

Alcuni esempi: a Campobasso molti cittadini delle zone dove si effettua la cosiddetta raccolta differenziata porta a porta continuano a non effettuarla, preferendo venire a scaricare ogni tipo di rifiuto ‘a casaccio’ nei bidoni delle zone non ancora raggiunte dal servizio; ma non basta, perché in tanti ancora abbandonano grosse suppellettili a lato dei bidoni stessi, senza servirsi dell’isola ecologica all’uopo predisposta e neanche del servizio di raccolta previo avviso telefonico. Quindi maleducazione ed inappetenza, o meglio il comportamento del cafone medio, che penalizza tutta la comunità. Ecco, parafrasando (troppo) il titolo di un bel libro di Fruttero e Lucentini si potrebbe dire che dalle nostre parte sul tema si registra “la prevalenza del cafone”.

A Termoli il sindaco ha dovuto emettere apposita ordinanza, rivolta agli esercenti commerciali, per la manutenzione delle aree a ridosso del locale, vista l’abitudine degli avventori di lasciare per terra di tutto, dalle bottigliette alle lattine e cartacce. Inoltre le giornate ecologiche con la raccolta dei rifiuti in mare mettono in luce un degrado comportamentale insopportabile, con tonnellate di plastica sversate regolarmente nelle acque anche molisane.

Senza un cambio di marcia mentale e morale non si andrà da nessuna parte. Non voglio chiudere con il tono del sermone moralista, parlando dell’educazione da impartire ai giovani, perché non è certo tutta loro la colpa; è invece un fatto di coscienza personale, che tutti dobbiamo avere e di rispetto della collettività.

L’ipotesi che diventino parole al vento è quantomai possibile.

Stefano Manocchio

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