Mentre le luci della città si accendono per celebrare il lato più scintillante e commerciale
delle festività, e nello stesso e suggestivo contesto delle Luminarie di Larino, che rendono unico il
centro storico, c’è un angolo di Molise che sceglie di tornare all’origine, alla sostanza, alla polvere
da cui tutto proviene.
Mercoledì 17 dicembre, la splendida cornice della Sala Freda del Palazzo Ducale ha ospitato
“NATALE DI TERRA: Un presepe – un racconto”, un evento nato dalla visione di Cantieri
Creativi e organizzato in collaborazione con la Compagnia Teatrale Amatoriale “InCerChio” APS e
il patrocinio del Comune di Larino.
Ha aperto l’evento Graziella Vizzarri, Consigliera comunale, dando il via ad una serata rivestita di
preziosità univoca: la riflessione. Seguita da un intervento musicale e canto a cura della “Subart
Ensemble” di Antonio Narducci, quasi una preghiera che ha creato complicità con ciò che ha fatto
seguito.
La materia che si fa Spirito
Al centro della scena un oggetto d’arte, ma forte simbolo: un presepe interamente realizzato in
terracotta da Antonietta Aida Caruso. L’opera, già premiata a Pesche (IS), si spoglia degli sfarzi
barocchi per abbracciare uno stile “semplice e primitivo”.
Scegliere la terra significa scegliere l’umiltà. In un’epoca di digitale e di apparenze volatili, la
terracotta di Caruso ci ricorda la nostra fragilità: siamo vasi d’argilla, eppure capaci di contenere il
sacro. Le figure, modellate a mano, sembrano emergere direttamente dal suolo, suggerendo un
legame indissolubile tra la dimensione divina e la realtà quotidiana, spesso aspra e faticosa.
Oltre la fiaba: una narrazione che interroga
L’originalità di “NATALE DI TERRA” risiede nell’incontro tra l’arte plastica e la parola. Gli attori della
compagnia “InCerChio”, “Cantieri Creativi” e “Laltrotheatro di Ugo Ciarfeo” non hanno messo in
scena la classica “fiaba buonista” o semplice narrazione, ma hanno dato voce a un testo che
scava nelle crepe dell’uomo contemporaneo.
Il cast d’eccezione che ha dato vita a “Natale di Terra” al Palazzo Ducale di Larino: Enzo Bacca
(Gaspare), Franca Sciarretta (Alice), Rocco Mangifesta (Giuseppe), Annamaria Graziani (Maria),
Gennaro Sarno (Pastore), Rossella de Magistris (voce d’inizio e finale), Antonella Spina (voce
narrante), Giovanni Giorgetti (Melchiorre).
L’evento ha posto l’obiettivo di strappare il Natale al suo destino di “festa del consumo” per
restituirgli la sua natura di crisi (nel senso greco di scelta). Attraverso il racconto, il dialogo tra la
protagonista, una giovane donna, e i personaggi presentati in scultura, il pubblico è stato condotto
a confrontarsi con interrogativi urgenti:
La ricerca di senso: un confronto tra messaggio cristiano e alcuni problemi esistenziali
contemporanei
Il confine tra gioia e dolore: Come convivono la sofferenza del mondo e la speranza della
nascita?
Il destino: Verso quale direzione stiamo orientando il nostro cammino, quali sono i veri
valori su cui puntare?
Un invito al pellegrinaggio interiore
Le statuine di terracotta che “pellegrinano” verso la grotta hanno rappresentato lo specchio degli
spettatori. “NATALE DI TERRA”, Presepe e racconto di Antonietta Aida Caruso, non è una
semplice esposizione, ma una narrazione profonda, un invito a mettersi in cammino.
In quella Sala Freda, tra le mura storiche del Palazzo Ducale, “NATALE DI TERRA: Un presepe –
un racconto ha spronato i presenti a fermarsi, a guardare quelle figure mute e a chiedersi: “Dove
sono io, in questo momento della storia? Qual è la validità delle mie scelte?”
Le conclusioni dell’evento sono toccate alla Consigliera comunale Graziella Vizzarri, Antonietta
Aida Caruso, Presidente di “Cantieri Creativi”, Gaetano Ricci e Nicola Lozzi, rispettivamente
regista e Presidente della “Compagnia Teatrale Amatoriale “InCerChio” APS”
In questo scorcio di dicembre, un messaggio di grande riflessione che riconduce alla verità
dell’amore, Larino si fa così custode di un messaggio universale, dimostrando che l’arte, quando è
autentica, svolge il potente lavoro di svegliare le coscienze.







