“Il Garante dovrà avere coraggio e determinazione, essere libero da condizionamenti e vincoli di ogni sorta”. Intervista a Nunzia Lattanzio

E’ stata appena approvata La proposta di Legge “Istituzione del Garante regionale dei diritti della persona”, anche se in Consiglio regionale due sono stati i voti contrari e tre gli astenuti, e non si capisce perché un Istituto così importante, in una regione come il Molise dove c’è carenza di legiferazione in merito, è già fonte di polemica. Dopo le campagne nazionali contro le “violenze” di ogni genere c’è la possibilità di fare concretamente qualcosa eppure si trova il modo di contrastare. Della proposta di legge, delle polemiche ma soprattutto dei risvolti che si potranno avere in Molise ne abbiamo parlato con la consigliera regionale Nunzia Lattanzio.

La proposta di Legge “Istituzione del Garante regionale dei diritti della persona”, presentata dalle consigliere regionali Nunzia Lattanzio e Angiolina Fusco Perrella è stata approvata in sede di Consiglio regionale, possiamo dire “finalmente”?

Finalmente? Direi proprio di si!!! Dal 2013 il legislatore regionale è intervenuto con norma di abrogazione dell’Istituto della figura del Difensore civico; dal 2009 la tutela extragiurisdizionale  dei minori sembra essere passata in secondo ordine rispetto alle tante e gravi emergenze sociali ed economiche. L’esercizio delle funzioni di tutela delle giovani vite, articolato dal Tutore dimissionario, come è a tutti noto, non ha garantito alcuna difesa; inoltre, mai prima d’ora, in Molise,  si era intervenuti in merito alla istituzione di una figura di garanzia a tutela delle persone sottoposte a misura restrittiva della libertà personale”.

Quale lo scopo primario di questa Proposta di legge?

“ La proposta di legge fissa  profilo e compiti del “Garante dei diritti della persona”, Organismo di garanzia  che in ambito regionale dovrà agire:  a tutela dei diritti delle persone fisiche e giuridiche verso le pubbliche amministrazioni e nei confronti dei gestori pubblici, attraverso un’azione extragiurisdizionale di promozione, di protezione e di mediazione; a tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza attraverso azioni di sensibilizzazione, protezione, orientamento e sostegno; a tutela  delle persone private della libertà personale”.

Sappiamo, conoscendo il suo impegno, che Lei, si è sempre schierata dalla parte dei più deboli, compresi i minori. Oggi questo primo passo può essere anche un  modo per cui la struttura operativa possa accelerare e soprattutto semplificare il funzionamento?

Dice bene e ricorda molto bene. Da circa 35 anni, sin da quando ero adolescente, ho dedicato ampio spazio del mio tempo e delle mie energie alla difesa dei più deboli. La chiamerei ‘vocazione a doppio effetto’, ad effetto di andata propositivo, e a effetto di ritorno sofferto per le incongruenze con le quali spesso sono costretta a scontrarmi. Ricordo i brillanti risultati raggiunti e le numerose difficoltà vissute nell’esercizio dei ruoli di già Esperto del Tribunale di Sorveglianza di Bari, di già Giudice onorario del Tribunale per i Minorenni di Campobasso e di già Tutore dei minori della regione Molise. Ruoli che hanno segnato la mia storia a servizio di  chi è in evidenti condizioni di difficoltà. L’Autorità di garanzia regionale, introdotta con legge, mira ad ottimizzare il sistema delle tutele. Nella sua articolazione interna potrà contare su forme stabili di concertazione tra i soggetti coinvolti. Nessuna incompatibilità quindi tra l’esercizio delle diverse tutele. Il testo di legge in oggetto, attribuisce al Garante specifiche competenze di vigilanza e controllo in materia di esecuzione penale pur osservando, nella piena consapevolezza della diversità dei compiti che appartengono rispettivamente all’Amministrazione della giustizia, alle Regioni, agli Enti locali, senza trascurare le articolazioni regionali e territoriali di altre Amministrazioni statali e del terzo settore, la distinzione dei ruoli. In tal guisa, l’esecuzione penale diventa strumento efficace solo grazie ad un’azione multisettoriale, dalla prevenzione del disagio fino alla prospettiva del reinserimento sociale che investe tutte le componenti sociali: Stato, Regioni, Enti locali e società civile nelle varie forme organizzate, azione che richiama ai principi di sussidiarietà verticale e orizzontale”.

Nonostante si celebrino le Giornate Mondiali contro la violenza di genere o  la violenza sui minori e tutti sembrano essere “sensibili” al problema poi un grave vuoto legislativo in merito regna in Molise. E’ ora di riaccendere l’attenzione sui deboli in genere, crede che questo possa davero essere il primo passo per dare concretezza di azione anche in Molise?

Assolutamente si! Mi sembra di aver riacceso i riflettori, e anche in modo alquanto singolare. Bene ha fatto quindi l’Assemblea legislativa  a dare corso a questa nuova pagina di storia, purchè essa non resti pagina priva di capitoli che possano realmente supportare i più deboli”.

La proposta di Legge è stata approvata con i soli voti contrari dei Consiglieri Manzo e Federico,  e tre astenuti, per cui le figure del Garante dei detenuti dovrebbe essere autonoma rispetto a quello del Garante dei diritti della persona, lei in merito cosa replicherebbe?

“Guardi, a tal proposito, confermo quanto contenuto in legge. Nessuna conflittualità tra le funzioni, nessuna interferenza. Credo che qualcuno abbia poco approfondito la materia e le finalità del dettato normativo.   Le ingerenze di qualcuno le ho trovate fuori luogo, anacronistiche. Mi giunge voce di corsi di formazione avviati negli ultimi mesi, di una proposta di legge istitutiva del garante dei detenuti, di richiami pervenuti da figure chiamate ad intervenire a supporto del già tutore dei minori….insomma, un romanzo giallo, direi scontato e ahimè prevedibile….su cui preferirei sorvolare. Si dia voce alla legge. Nunzia Lattanzio passa come tutti gli uomini nella storia, nulla di interessante!”

Tornando alla figura del Garante dei diritti della persona possiamo affermare che è un ruolo delicato, sia per la sfera d’azione sia perchè dovrebbe mantenere rapporti con istituzioni, associazioni ed enti?

Il Garante (Capo I, art. 3) è organo monocratico e svolge le funzioni attribuitegli in piena autonomia e indipendenza  di giudizio e valutazione. Non è soggetto ad alcuna forma di dipendenza gerarchica o funzionale. Egli non dovrà versare in alcuna delle condizioni di incompatibilità previste dalla l.r. 2 agosto 2002, n. 16, ed è eletto dal Consiglio regionale. E’ persona in possesso del diploma di laurea e di comprovata esperienza giuridico – amministrativa nel settore delle discipline di tutela dei diritti umani. Con riferimento al titolo di studio, mi sia consentito, sarebbe stato impensabile prevedere un garante privo di laurea magistrale, come invece nella pdl istitutiva del garante dei detenuti…ma nei romanzi gialli anche questo accade!”

Quindi ora dovrà essere individuata la persona giusta che possa svolgere questa funzione. Secondo Lei quali caratteristiche dovrebbe avere?

“ A supporto di quanto già contenuto in legge, il Garante dovrà essere persona speciale, benemerita e particolarmente sensibile alla sofferenza umana. Il Garante dovrà avere coraggio e determinazione, essere libero da condizionamenti e vincoli di ogni sorta. Insomma…una gran bella persona!!! Il Molise lo merita”.

Mariateresa Di Lallo

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