Il film della settimana/ Queen of Montreuil di S. Anspach (Fra)

di Pietro Colagiovanni*

E’un film (2012) della regista islandese Solveig Anspach, prodotto e girato in Francia, nel quartiere parigino di Montreuil. La storia è quella di una giovane vedova che riporta le ceneri di suo marito, morto in un incidente in un paese mediorientale, a casa. Nell’aereoporto conosce una coppia di islandesi (madre e figlio) che, avendo perso le valigie e ogni cosa, le chiedono ospitalità. Da lì si entra nel microcosmo di Montreuil, il quartiere di Parigi in cui la protagonista vive.

Dopodichè la trama non ha più molto senso. Si entra in una sorta di realismo magico in salsa gallica, in cui compaiono foche, guidatori di gru, ammaestratori di foche, islandesi e giamaicani in mescola, vecchi amanti e dragqueen. Un poutpourri interetnico e policulturale che, alla fine, lenisce il dolore della giovane sconvolta dalla perdita del marito (di cui scopre, peraltro, aspetti non troppo edificanti). Alla fine è un film consolatorio, in cui il dolore è trattato con metodi surreali e bislacchi, metodi che nel film si rivelano efficaci. Un altro discorso è se questa strumentazione si rivela efficace anche per chi guarda il film.

E qui sorgono molti dubbi. In primis la protagonista (Florence Loiret Caille) recita tutto il film con un pathos da imminente svenimento non sempre credibile. Sostanzialmente una recitazione di non primissima qualità. In secondo luogo il realismo magico della Anspach non è poi alla fine molto magico. Certo non tutti possono aspirare ad essere dei Garcia Marquez ma qui la mescola di elementi porta più verso l’intruglio che alla ricetta ben confezionata. I personaggi sono per lo più macchiette e non personalità ben costruite e delineate.

E sono spesso macchiette la cui funzione non è nemmeno evocativa di altro, di un altro o di un’altra realtà. Insomma solo fumetti cui manca anche la vignetta descrittiva. E così il film, che pure ha una sua filosofia interessante, alla fine non decolla. Le riprese sono curate e la fotografia è fatta bene ma resta un’opera che, al massimo, può aspirare alla categoria del carino.

Voto: 2,5/5

*imprenditore, comunicatore, fondatore del gruppo Terminus

per commenti, recensioni o sollecitazioni e suggestioni cinematografiche potete contattarmi a colagiov@virgilio.it

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