Il Basso Molise tra le 44 aree più inquinate d’Italia. Ad altissimo rischio tumori

vincenzo musacchio 2Gli ultimi studi epidemiologici, che hanno messo in luce una maggiore frequenza di certe forme tumorali in alcune categorie di persone, hanno permesso di scoprire una lunga serie di sostanze chimiche cancerogene. Di alcune di queste è stato proibito l’uso, per altre sono state stabilite severe normative per proteggere chiunque possa venirne in contatto. Il benzene, per esempio, contenuto in alcuni solventi e materiali, aumenta il rischio di leucemia. Le diossine sono sostanze che si producono nel corso di diversi processi produttivi e tendono ad accumularsi nell’ambiente e negli alimenti; altre sostanze pericolose sono contenute in alcuni pesticidi usati in agricoltura e il cloruro di vinile, con cui vengono in contatto soprattutto gli addetti all’industria della plastica.

Le sostanze policicliche e i derivati del silicio, si trovano nei gas di scarico e nella combustione di particolari materiali chimici: oltre che tumori del polmone favoriscono lo sviluppo di quelli della pelle e dell’apparato urinario. Molte di queste sostanze sono presenti nell’area industriale del Basso Molise. Il Ministero della Salute a questo proposito ci dice che l’indice di morbilità (numero dei casi di malattia registrati durante un periodo dato in rapporto al numero complessivo delle persone prese in esame) aumenta in maniera esponenziale: nell’ultimo trentennio si è assistito ad un aumento dal 15 al 20 % in più di casi di leucemie e linfomi, del 37 % in più di casi di mesoteliomi, del 27 % in più di tumori al seno e del 20 % in più di tumori al fegato. Sempre il Ministero della Salute ci dice che una maggiore concentrazione di queste forme tumorali è presente in ben 44 zone del nostro Paese tra le quali è inserita l’area industriale del Basso Molise avvelenata da centrali turbogas, industrie chimiche, altri agglomerati industriali e discariche autorizzate ed abusive. Le principali fonti di inquinamento possono essere facilmente individuate nelle industrie chimiche, nelle raffinerie, negli inceneritori, nelle centrali turbogas, nelle discariche, nei fertilizzanti e pesticidi utilizzati comunemente nell’agricoltura. Risulta chiaro, quindi, di come il tumore al polmone non colpisce soltanto soggetti fumatori ma anche soggetti che hanno vissuto o vivono in zone altamente inquinate dove le polveri più sottili penetrano nelle fini vie respiratorie. Tuttavia gli effetti degli inquinamento ambientale sulla salute umana sono noti a tutti e sono conosciuti da anni: l’American Thoracic Society ha stabilito gli effetti potenzialmente attribuibili all’azione degli inquinanti ambientali i quali possono essere acuti (peggioramento dei sintomi respiratori e cardiaci in soggetti predisposti, infezioni respiratorie acute, crisi di asma bronchiale) e questi si manifestano in base alla concentrazione dell’inquinante e della durata dell’esposizione (oraria o giornaliera), oppure possono essere di tipo cronico e si presentano in seguito ad una esposizione duratura nel tempo (sintomi respiratoti cronici come tosse e catarro, diminuzione della capacità polmonare, bronchite cronica e tumore) e comportano di certo una riduzione della speranza di vita. Importante sarà quindi attuare miglioramenti anche e soprattutto in senso preventivo. E’ vero che il cancro ha molte cause, che in ogni persona concorrono tra loro, insieme ad altrettanti fattori protettivi, a determinare il rischio individuale di ammalarsi. È vero anche, tuttavia, che la maggior parte di questi fattori sono modificabili: quasi un terzo delle morti per cancro si potrebbero evitare solo con delle utili ed efficaci politiche sanitarie ed ambientali ed abolendo l’uso di tutti i prodotti altamente tossici e nocivi molte altre vite potrebbero essere salvate. A questo punto noi del Comitato di Difesa della Salute Pubblica vogliamo porre dei quesiti sulle industrie presenti nel nucleo industriale di Termoli. Premesso che queste industrie sarebbero altamente inquinanti, vogliamo sapere: la nostra catena alimentare può essere compromessa o è già compromessa? I piani di sicurezza di queste industrie funzionano davvero in caso di pericolo? Cosa producono le industrie chimiche presenti a Termoli ?  (dr. Vincenzo Musacchio – Presidente CO.RE.A Molise)-.

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