Gam, Massimo Romano Chi è l’assassino? Seconda parte

Chi si cimentasse oggi, per la prima volta, a cercare di capire cosa sia la Gam, senza dubbio sarebbe indotto in errore e penserebbe che si tratti di una innovativa porcilaia. La fabbrica è chiusa ormai da mesi e, nonostante i ripetuti annunci di imminenti e salvifiche soluzioni industriali (millantate fin dalla campagna elettorale…), questi campioni dell’inconcludenza non sono riusciti nemmeno a pubblicare il bando per la scelta del socio privato. In compenso, proliferano gli incontri carbonari tra imprenditori (o presunti tali) ed esponenti politici di spicco, i quali, dopo un letargo di mesi e dopo aver lasciato tranquillamente morire la filiera, ora si affannano e fanno a gara a chi si agita di più (in modo così scomposto da far pensare che il premio in palio sia una entusiasmante imputazione per turbata libertà degli incanti…).
In questa oscurità, ad offrire spunti illuminanti è stato proprio Volpe Pasini, il quale ha pubblicamente denunciato una interferenza politica nella procedura da parte del senatore Roberto Ruta e del Presidente Frattura. Il primo, indicato come il ‘mandante’ della enigmatica mail giunta da Aia fuori tempo massimo, è stato costretto ad ammettere di aver “sollecitato, d’intesa con il Presidente della Regione, l’intervento dei più grandi imprenditori dell’agroalimentare” (i quali, avendone sperimentato con mano l’attitudine a gestire queste iniziative, come dimostrato nell’epica figuraccia rimediata con le manze della Granarolo, avranno avviato dei cicli periodici di scongiuri alla vecchia maniera…). Il secondo, protagonista, sempre a detta di Volpe Pasini, di incontri in Giunta regionale con Lino Di Dario, un autentico esperto del fallimento industriale della Gam visto il cursus honorum conquistato sul campo come rappresentante del gruppo privato Arena nella Solagrital negli anni in cui la Regione si indebitava fino al midollo e gettava le basi per il crack attuale.
In ogni caso, a scrivere la parola fine sotto la coda di polemiche, c’ha pensato il Governatore Frattura in persona, il quale dai microfoni di Teleregione ha ammesso che il vertice con Di Dario si è tenuto, affrettandosi però a chiarire che “non sono ammissibili trattative private” (che si saranno mai detti, allora, nell’incontro in Giunta?), che è tutto sotto controllo e a brevissimo avrebbe divulgato il verbo della rinascita della Gam. Le promesse di Frattura devono aver a tal punto entusiasmato e persuaso l’amministratore unico della Gam, Nicola Baranello, che dopo solo pochi minuti è giunto nelle redazioni il suo comunicato stampa in cui annunciava le dimissioni irrevocabili dall’incarico (vista la mala parata, se l’è giustamente squagliata, e forse non senza qualche ragione che tuttavia è il minimo aspettarsi che si degni di spiegare ai cittadini che gli hanno pagato lo stipendio per mesi).
Sul fronte politico, intanto, non si ode, come al solito, neanche un sibilo. Ma che faranno tutti i giorni, tutto il giorno, questi statisti in incognita? E io penso a due cose: alla criminale sottovalutazione delle conseguenze sociali ed economiche di questo disastro, e alla filastrocca che mi ripetevano in campagna elettorale molti degli attuali detrattori di Frattura a scoppio ritardato (forse non solo lo scoppio…), che si compiacevano delle “proposte” del ‘nuovo’ centrosinistra ‘de governo’, scagliandosi contro “le troppe denunce” di chi aveva osato metterli in guardia per tempo dalla quella colossale truffa politica in atto, peraltro chiarissima fin da subito. Polli. All’occorrenza sciacalli.

Massimo Romano

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