Feste natalizie: il bilancio delle Associazioni di Categoria

Sono quasi giunte al termine le festività natalizie che, come recita un proverbio tradizionale, con l’arrivo della befana vanno via. Una “andata in soffitta” che vede oltre 500 milioni di euro tra cibi e bevande rimasti sulle tavole imbandite per l’occasione festiva salvati dalla spazzatura, grazie alla cucina “degli avanzi”.

Prassi che con la crisi è tornata prepotentemente nelle abitudini alimentari degli italiani. Questo e’ quanto rilevato dalle Associazioni di categoria che sottolineano che quasi sette italiani su dieci per le altalenati vicissitudini economico-finanziarie che, incidono sui portafogli, hanno fatto onore alle feste con percentuali che hanno visto il 73% di nostri connazionali ridurre gli sprechi soprattutto alimentari. Numeri e percentuali che spaziano tra chi ha tagliato gli sprechi con l’80%, che ha fatto la spesa in modo più oculato, e il 26% che ha ridotto le dosi acquistate, ma c’è soprattutto il 56% che ha riutilizzato il cibo da non considerare assolutamente riciclo, perché la trasformazione spesso e volentieri rappresenta l’innovazione culinaria.

Andando a fare i conti, quelli della massaia, anche se questi riguardano i grandi numeri, per il tradizionale botto finale, sotto tutti i punti di vista che ha pensionato il bisestile 2016, gli italiani hanno speso quasi 1,9 miliardi di euro, il 5% in meno rispetto allo scorso anno. Con stime che indicano che sono state stappate oltre 80 milioni di bottiglie di spumante, prettamente italiano. Il quale, in pochi casi champagne, visto l’elevato costo del vino proveniente da oltralpe, ha fatto pendant con 6,5 milioni di chili di cotechini e zamponi, con un aumento del 9% rispetto all’anno scorso, serviti unitamente a 10 milioni di chili di lenticchie legumi che con l’uva e i dolci soprattutto targati made in Italy, sono sinonimo di portafortuna.

Parola che, ora più che mai, necessita anche perché le previsioni per il 2017, entrato da poche ore, non sono del tutto rosee. Previsioni che fanno si che il “Paese del ben godi”, ancora una volta riservi uno spazio riguardevole al risparmio, parola fatta propria da chi pur stringendo la cinta si è concesso ancora qualche “sfizio” senza soffrire e soprattutto senza dover rinunciare a quello che un tempo era considerato “un più” ma che oggi non è più tale.

Massimo Dalla Torre

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