Emilio Izzo: “Giù le mani dalla sanità pubblica”

Creare diversivi per sconcertare l’opinione pubblica o per generare confusione ad arte per allontanare l’attenzione dal problema principale è un giochetto vecchio come il mondo e non sarà certo la furbizia del presidente Frattura né, tantomeno, la sua silenziosa corte a spiazzare o confondere il sottoscritto o tantomeno una massa di molisani che il problema lo ha ampiamente capito! Parlo, se ancora non si è capito, della sostituzione del dott. Lucio Pastore dalla responsabilità del pronto soccorso dell’ospedale pubblico “Veneziale” di Isernia.

Il provvedimento, che certamente sarà motivato ad arte, è solo uno specchietto per le allodole, un tentativo maldestro di attrarre l’attenzione su una persona, piuttosto che lasciare i cittadini liberi di concentrarsi sul tema portante e fondamentale. Mi spiego meglio. L’argomento non più derogabile o, peggio ancora, delegabile, attiene agli aspetti specifici della sanità che in questa regione assomiglia sempre più ad una cordata privata e personale e sempre meno e sempre più evidentemente ad una appartenenza logica e legittima pubblica, civile e laica. E quando dico laica, dico laica e vorrei ricordarlo anche a S.E. Bregantini, che tanto si è speso per la Cattolica così come diversamente fatto per gli ospedali e strutture pubbliche. E non sto qui nemmeno a colpevolizzare chi con l’imprenditoria privata possa far profitto, se le prestazioni sono all’altezza del propagandato. Vorrei però anche ricordare chi, anche con coraggio, si avventura su percorsi di rischio d’impresa, cioè che ad investimenti propri equivalgono utili propri ma ciò non può e non deve significare che, per fare un giusto profitto, si rischi con corposi finanziamenti pubblici a scapito delle già esigue casse del paese. Insomma, per essere più chiari, non si possono pagare le negatività di bilancio con denaro pubblico e, contestualmente, incassare a proprio vantaggio (quindi non casse pubbliche) i ricavi derivanti dalle prestazioni! Ecco, semplice e lineare quello che si chiede, il pubblico faccia il pubblico, il privato faccia il privato! Nemmeno sarà logico il discorso che vuole potenziato il privato perché c’è un pubblico non rispondente alle aspettative. Se si continuano a svuotare ad arte le strutture pubbliche e laiche, sarà sempre più evidente la domanda verso le strutture private più attrezzate e più sostenute da corpose e inspegabili risorse pubbliche. Insomma, il discorso di questi giorni sugli inevitabili tagli ai vari ospedali dovuti a bilanci in rosso, stridono fortemente con i continui flussi di finanziamenti o accreditamenti a favore di una sanità privata. Che piaccia o no, virgola più virgola meno, il succo è tutto qui. Poi certamente ci sarà da discutere sul cosa fare per fronteggiare l’emergenza, ma questo è un altro discorso, quel discorso che dovrebbe interessare il parlamento regionale, giammai commissari o governi nazionali. Ma qui subentrano capacità ed attitudini non molto comuni in questa regione! Ed allora, in mancanza d’altro, si getta fumo negli occhi dei molisani per far credere che il problema è il medico Pastore in quanto soggetto avulso dal contesto, farne un caso personale, un caso di ripicche al fine di concentrare l’attenzione su beghe e chiacchiericcio. Mi dispiace ma non è e non sarà così, che piaccia o no, il dottor Pastore, valido medico nonché primario del pubblico ospedale isernino, aldilà di motivazioni ufficiali ingannevoili della realtà, è stato sostituito perché non funzionale al sistema delle clientele e della casta! Per una sanità funzionale e pubblica lotteremo sempre e a dispetto di chi sta sperperando un patrimonio di risorse ed uomini dimostratisi sempre all’altezza dei propri doveri, vigileremo, denunceremo e lotteremo con tutti i comitati a difesa di un loro, così come nostro bene e chiederemo a gran voce l’allontanamento dalla cosa pubblica di tutte quelle figure istituzionali e non che, per far quadrare il proprio tornaconto politico-economico, sta attentando al bene pubblico e collettivo.

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