Difendere la democrazia: combattere le disuguaglianze

In questi giorni grande clamore ha avuto,il  World Economic Forum Annual Meeting tenutosi a Davos-Klosters in Svizzera . Si tratta di un incontro che ha visto la partecipazione dei “potenti” del mondo tra cui anche il Presidente del Consiglio  Matteo Renzi, al quale hanno partecipato  1.500 imprenditori provenienti da oltre 100 paesi,  40 capi di Stato e di governo, 300 membri del governo, 14 Premi Nobel, inoltre erano presenti anche i sindacati mondiali che hanno sempre partecipato a questo incontro, soprattutto da quando si è avvertita la crescita del divario tra ricchi e poveri.Quest’anno i sindacati si sono fatti promotori di una proposta significativa: la realizzazione di una nuova Magna Carta mondiale per combattere disuguaglianza e  disoccupazione,prendendo spunto dall’800° anniversario della concessione, da parte del Re d’Inghilterra Giovanni nel 1215, della Magna Carta Libertatum ( primo documento di  riconoscimento universale dei diritti dei cittadini) hanno chiesto la promulgazione di una nuova carta dei diritti per i lavoratori e le lavoratrici di tutto il mondo ,necessità che nasce dalla consapevolezza sindacale del malcontento alimentato dalla disoccupazione, dalle disuguaglianze e dalle politiche di restrizione attuate dai governi,per un futuro decente, un lavoro dignitoso, un salario sodisfacente, e una contrattazione collettiva che faccia dei lavoratori e delle lavoratrici dei protagonisti, per delimitare il  dominio della “avidità insaziabile” che ha generato la crisi e che ha alimento il crescere delle differenze, rendendo i pochi più ricchi e impoverendo di più  i molti.In una ricerca effettuata dalla Confederazione Internazionale dei sindacati ( CSI) , su 14 paesi, solo il 50% degli intervistati ritiene che la generazione successiva troverà un lavoro decente, il 78% pensa che il sistema economico è sbilanciato a favore dei ricchi.Il segretario generale della CSI, ha dichiarato che:“l’attuale modello di business è un male per la gente, un male per l’economia e un male per la stabilità e la democrazia” e ritiene che c’è  bisogno  di dare ai lavoratori e alle lavoratrici salari giusti, rendere il rapporto tra capitale e lavoro più partecipativo e favorire sistemi di accumulazione e distribuzione della ricchezza e   più equi, e investire in posti di lavoro dignitosi.
Alfredo Magnifico

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