Bergamo, omicidio Riccardo Claris: i cori al bar e la lite tra tifosi di Atalanta e Inter, poi la coltellata in strada

(Adnkronos) – Dei cori dell'Inter cantati al bar: così sarebbe iniziata la lite tra un gruppo di tifosi del club milanese e un gruppo di supporter atalantini, culminata verso l'una di notte di ieri, in via Ghirardelli, vicino allo stadio di Bergamo, nell'omicidio di Riccardo Claris, 26enne tifoso della Dea.  A colpirlo con un'unica coltellata mortale alla schiena sarebbe stato Jacopo De Simone, 19 anni ancora da compiere e la passione per l'Inter. Con lui ieri sera c'era il gemello, mentre un altro fratello maggiore è in carcere. De Simone, incensurato così come la vittima, era ancora in zona all'arrivo dei carabinieri, che hanno ritrovato sia la lama che il manico del coltello in ceramica utilizzato per uccidere Claris. L'aggressione mortale è avvenuta proprio sotto casa di De Simone.  I militari del nucleo investigativo di Bergamo, coordinati dalla locale procura, stanno ora sentendo gli amici di vittima e arrestato per ricostruire l'esatta dinamica del litigio e capire se ci fossero già stati scontri tra i due gruppi prima di ieri.  “Oggi la nostra comunità è profondamente scossa per la drammatica e tragica vita distrutta di Riccardo che, per futili motivi, è stato ucciso per mano di un ragazzo che per tutta la sua esistenza avrà sulla coscienza la gravità dell’azione compiuta", dichiara in una nota la sindaca di Bergamo, Elena Carnevali. Un "fatto gravissimo" dice Carnevali. "Non solo da sindaca ma anche da genitore, il primo pensiero va alla famiglia Claris, perché non c’è dolore più grande e prova più difficile da sopportare come quella di non avere più un figlio, un fratello. A tutti loro esprimiamo la più sincera vicinanza e il cordoglio di tutta la città – scrive la prima cittadina – Nessuna parola potrà colmare una perdita così grande, ma il nostro dovere è fare in modo che simili tragedie non si ripetano". "Bergamo non è una città violenta", afferma la sindaca. "L'episodio di accoltellamento tra giovani avvenuto oggi è un fatto gravissimo, che ci interpella non solo come amministratori, ma come cittadini, genitori, educatori", dice Carnevali, che esorta poi: "Non possiamo limitarci all’indignazione momentanea: siamo di fronte a un disagio profondo che attraversa le nuove generazioni e che trova terreno fertile in un contesto sociale sempre più fragile".  "Non ci si capacita come si possa continuare ad accostare minimamente lo sport a fatti criminali. Qua non c'è più una questione di tifo, c'è una questione di crimine e come tale va trattato", dice il ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi. "Rischiamo di creare un po' di confusione che non è certamente nostra responsabilità. Io sto cercando in tutte le maniere, con tutti quelli con i quali collaboro, di far prevalere il senso del rispetto, il senso dell'educazione. Ora capisco che non possiamo parlare da marziani, perché questa è la società, ma ci vuole una distinzione netta tra il crimine, ripeto, e la tifoseria, la passione". "Claris ovunque con noi". E' lo striscione che i tifosi dell'Atalanta hanno mostrato durante il match vinto a casa del Monza per ricordare Riccardo Claris. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Commenti Facebook