Avanzato ìl nome di Vincenzo Musacchio per la nomina del Garante dei diritti della persona

La consigliera Nunzia Lattanzio (autrice della legge istitutiva di tale figura giuridica) nell’ultima riunione di maggioranza, per la nomina del Garante dei diritti della persona, dopo averne discusso con me e chiesto il mio assenso, avrebbe fatto il mio nome in qualità di presidente della Scuola di Legalità “don Peppe Diana” di Roma e del Molise e dell’Osservatorio Regionale Antimafia, presentando ai suoi colleghi il mio curriculum di vita e di studi. Da quanto è lecito sapere e dopo aver letto il bando e condiviso la legge istitutiva, potrei avere tutti i titoli richiesti. Sono specializzato in diritto minorile presso l’IRSIG-CNR di Bologna, ha avuto incarichi di docenza in diritto penale in varie Università italiane da oltre vent’anni, sono esperto nelle materie dei diritti della persona umana in campo europeo ed internazionale. Mi occupo di diffusione della legalità e dell’etica pubblica nelle scuole da oltre 20 anni. Il mio unico problema credo sia di aver criticato spesso la casta e di aver censurato in alcuni casi l’operato della Regione Molise. Prevarrà il merito, in questo caso, credo difficilmente discutibile se pur opinabile, oppure, la solita nomina di tipo politico? Sulla carta probabilmente potrei garantire il ruolo di terzietà ed indipendenza cosa che forse però a qualcuno potrebbe non andar bene! Lo vedremo presto!
Pubblico questo comunicato poiché, come ho sempre fatto, è giusto che ci sia la massima trasparenza sulla mia persona e sulle mie azioni.
(VINCENZO MUSACCHIO)

CV

VINCENZO MUSACCHIO
Giurista e docente di diritto penale in varie Universita’ italiane ed estere
Docente presso l’Alta Scuola di Formazione della Presidenza del Consiglio in Roma (2011-2012)
Presidente dell’ Osservatorio Regionale Antimafia del Molise
Direttore Scientifico della Scuola di Legalita’ – don Peppe Diana – di Roma e del Molise
Editorialista de “L’Ora” di Palermo, della Gazzetta del Sud e de “I Siciliani”.
Collaboratore de “Il Manifesto”, “La Stampa”; “Il Dubbio”; “La Gazzetta del Mezzogiorno”

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