Articolo 18, Lanza esponente dell’Altra Europa: Il Senatore Ruta il PD ed il gioco delle 3 carte

Il Senatore Roberto Ruta, stando a quanto scritto oggi su un quotidiano locale, definisce come “risultato importante l’intesa raggiunta dentro il PD per modificare il Job Act in riferimento all’articolo 18,nel senso di reintroduzione dell’obbligo di reintegro anche per i licenziamenti disciplinari, qualora venisse accertato dal giudice l’infondatezza del provvedimento di scioglimento stesso”. Avevo sottoscritto insieme ad altri Senatori del PD (prosegue il Senatore Ruta) un documento che chiedeva a Renzi la reintroduzione, per i casi di reintegro sul posto di lavoro, anche della fattispecie dei licenziamenti disciplinari ponendolo come condizione necessaria per proseguire il percorso di condivisione dell’azione di governo.
Di cosa stiamo parlando?
Il licenziamento disciplinare è la sanzione estrema che il datore di lavoro ha a disposizione per i comportamenti del lavoratore che viola le regole di comportamento stabilite dalla legge, dai contratti collettivi e che non rispetta le norme contenute nel codice disciplinare dell’azienda. Con il termine “licenziamento” si intende l’atto unilaterale del datore di lavoro con il quale viene interrotto il rapporto di lavoro. Il licenziamento disciplinare è appunto un licenziamento che si fonda su comportamenti del lavoratore che non adempie ai propri doveri violando delle norme stabilite dalla legge,si parla di giusta causa di licenziamento quando il lavoratore ha commesso un fatto che spezza in modo irrimediabile il rapporto di fiducia con il datore di lavoro (esempio, al caso in cui il lavoratore  commetta un furto ai danni del datore di lavoro).
Si tratterebbe di reintrodurre nel jobs act i casi nei quali è esattamente possibile che il giudice disponga la reintegra nel posto di lavoro. Stando alle notizie apparse sulla stampa,  si tratterebbe in realtà di questo: un lavoratore licenziato dal proprio datore di lavoro con l’accusa di avere rubato, verrà reintegrato se il giudice dovesse accertare non solo che non aveva commesso il furto ma anche che l’imprenditore ne era perfettamente al corrente. In sintesi il licenziamento merita la reintegra  non perché il lavoratore è onesto ma perché viene accertato che l’imprenditore non lo sia.
Ottimo lavoro Senatore Ruta, avanti tutta con il Governo Renzi. (Antonio Lanza)

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