30% – 40% – 50% quando le percentuali fanno la differenza: forse!

Chissà quanti di voi si sono soffermati a pensare che i numeri fanno la differenza specialmente se quest’ultima inerisce alla politica. La quale, è schiava sotto tutti i punti di vista proprio della cosiddetta scienza esatta: la matematica, anche se l’esattezza e la perfezione non sono di questo mondo; ecco perché i numeri cui sono legate le percentuali a doppio nodo, molti dicono scorsoio, fa si che il piatto della bilancia possa pendere a favore o a sfavore delle grandi sfide, leggasi referendum di dicembre. Numeri che sono alla base del grande gioco delle parti. Si un gioco, perché di gioco si tratta, dove un ruolo preponderante lo hanno proprio i numeri accompagnati dalla barretta che presenta all’estremità nei due lati opposti i piccolissimi zeri. Simbolo che, anche in questi giorni pre referendum compare sempre più con insistenza nei resoconti, negli articoli, nei discorsi tant’è che le attese crescono. Attese che vedono mettere in campo iniziative in cui i numeri sono preponderanti. Iniziative in parte condivisibili “condite”, e questo è l’assurdo, anche con colpi bassi a danno degli altri competitor, pur di far salire lo share tanto da ottenere il risultato sperato. Percentuali che però, questo non lo scopriamo certamente noi ma gli studiosi della materia, ingannano perché illudono e di conseguenza se non confrontate con dati essenziali possono dare vita a inutili risultati; ecco perché, questo è un consiglio che diamo disinteressatamente, sarebbe il caso di stare con i piedi per terra, come si dice nel gergo parlato, e affidarsi esclusivamente non agli altalenati grafici con tanto di assi cartesiani ma alle certezze, anzi alle prove provate che in politica sono l’humus su cui costruire il proprio programma di governo. Programma che però, e questo è l’assurdo, una volta raggiunto l’obiettivo viene “gettato letteralmente alle ortiche” in nome di un fantomatico ideale che è una e vera bufala. Per tornare ai fatti  nostra, ci siamo divertiti a chiedere alla gente di azzardare un pronostico sul referendum usando quale base proprio le percentuali, ebbene, oltre alle espressioni poco educate che non riportiamo, abbiamo ascoltato veri e propri teoremi in cui i numeri poco “c’azzeccano”. Teoremi secondo cui alla fine di lunghe disquisizioni matematico-filosofiche tutti sarebbero vincitori chi per un motivo, chi per un altro. Cosa che ci ha divertito ma anche impensierito, tant’è che non sappiamo dare nessuna spiegazione alle risposte anche perché ci vorrebbero giorni per dipanare la”sciarada” alla “fmenlla”, che abbiamo usato quale test. Una cosa però è certa che i numeri continuano a fare da padrone. Numeri che, sarebbe meglio giocarsi, e non usare per illudere chi spera in un cambiamento reale e non a chiacchiere, altrimenti, il tutto sarebbe matematicamente inesatto.

Massimo Dalla Torre

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