USB/ Corteo telematico del 1° maggio proposto da Rete Iside onlus “Pazienza Zero”

Il Primo Maggio è la seconda festa civile italiana per importanza dopo il 25 aprile, con una grande differenza: Sul Primo Maggio non si litiga. Non c’è figura estremista che si metta dall’altra parte rivendicando la bastonatura dei braccianti e degli operai in sciopero. Indiscutibilmente la giornata è collegata a un valore impossibile da disconoscere: anche il fascismo evitò di abolirla.

Il Primo Maggio dei nostri tempi suscita modeste discussioni soprattutto per un altro motivo: con questa parola, lavoro, nessuno sa più cosa farne, cosa dirne, persino cosa pensarne. Non a caso, da molto tempo, la celebrazione nazionale della ricorrenza consiste in un concerto e non in una manifestazione politica che richiederebbe una piattaforma, un’elencazione di priorità, obiettivi rivendicativi chiari dei quali c’è scarsa traccia nei sindacati del padrone come nelle loro controparti. Non c’è più conflitto. Non c’è più contesa. Non ci sono più idee oltre a una sommaria manutenzione dello status quo, o alle generiche rassicurazioni, Sul tema più controverso del momento, il salario minimo, sindacato e imprenditori hanno la stessa convinzione: esiste in tutta l’Unione ma a noi non serve.

Sulla lotta al precariato hanno mostrato la stessa perplessità, sostenendo che le norme impositive sono controproducenti. Così come non esistono proposte definite sulla fuga di braccia e cervelli – arrivata ormai a 300mila unità l’anno – dall’Italia all’estero, o su altre rilevazioni sconcertanti degli ultimi tempi: i diecimila medici italiani scappati in un decennio verso Paesi e stipendi più confortevoli; le cucitrici pugliesi dell’alta moda che fanno asole a 2 euro l’ora; le persone inattive tra i 25 e i 29 anni arrivate al 34 per cento.

Nessuno che abbia richiamato la necessità di informare i nostri ragazzi, i nostri studenti, sui loro futuri diritti di cittadini, di persone e di lavoratori, che pure sono parte essenziale della nostra Costituzione e sono un oggetto sconosciuto alle giovani generazioni. L’idea stessa di avere dei diritti pare tramontata, dimenticata. È probabile dunque che lo svuotamento del Primo Maggio sia un fenomeno irreversibile. La percezione del valore della festa sta scomparendo anche tra i suoi destinatari. Il racconto del lavoro, specialmente quello giovanile, è da tempo monopolizzato dall’ideologia della Silycon Valley e dal caporalato digitale. Ma esistono in Europa classi dirigenti che hanno saputo interpretare i tempi nuovi regolandoli, almeno in parte, evitando il fenomeno che in Italia ha trasformato l’occupazione in una gara al massimo ribasso. Bisogna necessariamente chiedersi come si fa a rilanciare i consumi interni se i salari (altra analisi recente) restano fermi a vent’anni fa: appena 400 euro l’anno in più rispetto ai 5.000 della Germania e ai 6.000 della Francia.

L’afasia dei sindacati confederali, dell’impresa, della politica nella Giornata del Lavoro è dunque pienamente comprensibile. L’unica cosa che potrebbero fare è un generalizzato e irrimediabile mea culpa, posto che dagli anni Novanta a oggi si sono dedicati ad attività conservative dei rispettivi poteri spacciandole un po’ tutti per riformismo avanzato. Saranno intervistati. Compariranno sui palchi. Faranno le loro dichiarazioni e le loro promesse. Ma alla fine metteranno in mostra solo le rispettive fragilità, peraltro confermate da un dato politico elementare: solo in un deserto di proposte e azioni un’idea banale e piuttosto rozza come il reddito di cittadinanza poteva risultare tanto rivoluzionaria da spianare tutto. Solo in uno scenario di senescenza e declino il 30 per cento degli italiani può pensare che la priorità del Paese sia tener fuori gli immigrati anziché tener dentro i nostri laureati, camerieri, tornitori, medici e falegnami….

Corteo telematico del 1° maggio proposto da Rete Iside onlus “Pazienza Zero”, diretta su www.usb.it, che vede USB come fautore di tale iniziativa, sta a rappresentare l’indisponibilità a far finta che non sia successo nulla, che si possa riprendere la vita di tutti i giorni senza far pagare il conto ad un sistema che ha mostrato la sua incapacità di governare il boomerang del fallimento della globalizzazione, che ha scelto il profitto invece della salute e della sicurezza di popolazione e lavoratori, rendendo clamorosamente palese la follia del decentramento amministrativo che ha rapinato i territori.

Tutte scelte che stanno producendo migliaia di morti. La situazione nell’industria, nel commercio, nei servizi, tra i collaboratori e i lavoratori autonomi assieme alla grande questione delle campagne e del settore agricolo forestale e della ormai non più rinviabile regolarizzazione dei migranti daranno forza al corteo telematico del 1° Maggio, pensato e realizzato per ridare ai lavoratori, di cui si celebra la festa, il diritto di parola. Facciamo del Primo Maggio il punto limite della nostra pazienza. La fine della nostra pazienza è un dispositivo di protezione di massa.

USB Forestali Molise Giuseppe Pavone

Confederale USB Molise Lorenzo Calce

Esec.Reg.le USB Molise Rossella Griselli

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