“Uniti e solidali contro il governo il razzismo e il decreto Salvini”, una delegazione di molisani alla manifestazione a Roma

“Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge” : Art. 10 della Costituzione italiana
Il cosiddetto decreto Salvini – che probabilmente a breve verrà convertito in legge – elimina la protezione umanitaria, e crea così una schiera di persone che dall’oggi al domani si ritroveranno senza la possibilità di ottenere o rinnovare il permesso di soggiorno. I richiedenti asilo non potranno più iscriversi all’anagrafe, quindi diventerà molto più difficile accedere ai servizi e a un lavoro regolare, con tutto quello che questo comporterà in termini di esclusione, sfruttamento e criminalità.
In queste ultime settimane abbiamo girato in alcuni centri di accoglienza del basso Molise, abbiamo ospitato diversi incontri tra migranti, abbiamo spiegato loro il decreto e abbiamo raccolto le loro impressioni.
“Perché ci vogliono fare questo? Perché ci odiano così? Non capiscono quello che abbiamo passato? Le persone dovrebbero conoscere quello che abbiamo vissuto. Così capirebbero perché siamo qui”.
Anche loro hanno visto i video delle aggressioni che ci sono state in Italia in questi giorni, e sono preoccupati dal razzismo sempre più violento.
“Io ho vissuto nella Libia di Gheddafi. Ci sono stata otto anni. Lì solo perché eri nero potevi essere accoltellato, sparato o derubato per strada senza motivo. Magari lavoravi e non venivi pagato, oppure venivi pagato la metà di quello che ti era dovuto”.
Faith (nome di fantasia) ci spiega il suo timore. Che tutte le persone che diventeranno irregolari a causa di questa legge diventeranno persone invisibili e senza diritti e finiranno per essere sfruttate e ricattate.
“Io vivo qui, pago qui le tasse, anche se spesso sono costretta ad accettare di lavorare in nero. Molti di noi lavorano nelle campagne, sottopagati. Adesso l’Italia sta diventando come la Libia. Un paese dove non ci sono diritti umani. So cosa vuol dire, l’ho vissuto sulla mia pelle”, ce lo racconta mostrando una cicatrice sul braccio. “Questa è l’ultima che mi hanno fatto in Libia. Vogliono farci tornare schiavi, come era una volta”.
Ibrahim (nome di fantasia) si è accorto che il clima è cambiato. “Vivo qui da 5 anni, ormai lavoro qui da tanto tempo, ma ultimamente quando vado a fare la spesa alcune persone mi guardano male. Pensano: dove ha preso quei soldi?”
“Nel mio paese non ho nessuno da cui voglio tornare. In Libia non ho nessuno, da lì sono scappata. Mio figlio sta crescendo qui, va a scuola, voglio che cresca in pace. Sono venuta in Italia perché è un paese in pace. Sono venuta qui pensando di trovare la pace. Non mi aspettavo questo”.
Ne ha viste tante Faith. Sa cosa vuol dire vivere sotto una dittatura. La sua prospettiva ci aiuta a vedere meglio anche quello che sta succedendo a noi europei e italiani. Sa quanto è pericoloso il razzismo. Sa dove può portare il nazionalismo quando viene portato agli estremi. È preoccupata per le sorti dell’Europa e dell’Italia, che adesso è casa sua.
“Se continuerà così l’Europa rischia una guerra. Una guerra tra europei. Ho vissuto queste cose, so cosa succede. Ho paura, ho davvero tanta paura”.
Ibrahim (altro nome di fantasia) parla a bassa voce, parla ai suoi fratelli africani ma parla in italiano, dice “non sono bravo a parlare in pubblico”, ma poi tutti lo ascoltano in religioso silenzio.
Lui che vive qua da anni, ha un lavoro, tanti amici, e adesso fa fatica a trovare una casa in affitto perché quando vedono che è nero i proprietari gli dicono di no. Sappiamo bene che la situazione è difficile anche per molti italiani. Nella guerra ai poveri che è in atto saranno colpiti tutti i più deboli, i poveri, i marginali. Stanno solo tentando di dividerci per fare meglio i loro interessi.
“Il Molise ci ha accolto, qui sto bene. È una regione tranquilla, si vive bene, non ci sono tanti problemi come in altri posti. Noi dobbiamo unirci a queste persone, metterci insieme agli italiani per fare qualcosa di buono qui”.
Mentre lo ascoltiamo ci vergogniamo di quello che il nostro paese sta facendo a queste persone. Ma siamo commossi e anche un po’ orgogliosi che proprio qui da noi queste persone abbiano raccolto l’opportunità di incontrarsi, mettersi insieme, parlare dei loro problemi, e cercare insieme una soluzione.
Forse questa legge passerà. Forse le cose nei prossimi mesi andranno anche peggio per italiani e stranieri. Ma c’è una nuova umanità che ci sta insegnando di nuovo il significato della dignità, e come riconquistarla insieme.
Ci vogliono dividere, ma noi siamo e restiamo #indivisibili:
“Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri, allora io dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri” (Lorenzo Milani)
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Per questo il 10 novembre saremo a Roma, per la manifestazione nazionale “Uniti e solidali contro il governo il razzismo e il decreto Salvini”. https://www.facebook.com/events/587105258373992/
* per info autobus e partenze: Termoli: Francesco 3202355339 – Campobasso: Italo 3358191842 – Casa del Popolo 0874 422981

La città invisibile – Termoli
*La città invisibile è un gruppo di associazioni, operatori, attivisti e volontari che si occupano di problemi sociali e marginalità a Termoli e nel basso Molise. Le nostre attività includono il sostegno alle persone senza fissa dimora, a vittime di tratta e sfruttamento lavorativo”

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