Testamento: Definire le attività dei professionisti e dei volontari nel settore culturale. Le carenze di personale non possono essere colmate col volontariato

“Definire in maniera precisa e puntuale le attività riservate alle diverse categorie di
professionisti dei beni culturali, nonché quelle strettamente riconducibili al mondo
del volontariato, garantire che i servizi aggiuntivi per la fruizione, anche didattica, del
patrimonio culturale siano affidati a concessionari in possesso di determinati requisiti
e che facciano esclusivo ricorso a risorse umane altamente qualificate e abilitate oltre
che ai contratti collettivi nazionali di settore, definire con chiarezza l’esclusiva
funzione di supporto del personale volontario in ambito culturale, sostenere ogni utile
iniziativa finalizzata a includere nel sistema degli elenchi dei professionisti dei beni
culturali le figure professionali finora escluse, come l’educatore museale, il
paleontologo e il manager del patrimonio culturale.


Sono questi gli impegni al Governo contenuti in una risoluzione a mia prima firma
che ho appena depositato in Commissione”. Ad affermarlo Rosa Alba Testamento, Portavoce molisana del MoVimento Cinque Stelle e componente della Commissione Cultura di Montecitorio.

“Negli ultimi anni – continua la Portavoce – il massiccio impiego di personale volontario nel settore culturale italiano ha indubbiamente consentito di recuperare una parte importante del nostro patrimonio culturale, in alternativa destinato a essere abbandonato o rimanere semisconosciuto, nonché di promuovere una maggiore e più diffusa sensibilizzazione sulla necessità di una sua salvaguardia e valorizzazione, ma le forme volontaristiche non possono sostituirsi alle prestazioni lavorative vere e proprie e le carenze di personale non possono essere colmate con il ricorso sistematico al volontariato.

Molto spesso – prosegue – vengono infatti affidate ai volontari mansioni particolarmente gravose e di responsabilità, come l’inventariazione e catalogazione del patrimonio librario e archivistico, ai fini della digitalizzazione, la conservazione, valorizzazione e fruizione del patrimonio documentario e culturale, l’attività di guida turistica, alterando il mercato del lavoro
nel settore e condizionando le possibilità di accesso dei professionisti, i loro livelli retributivi e la qualità dei servizi culturali offerti”.


“La maggioranza dei lavoratori del settore culturale operano senza contratto o vengono reclutati come volontari, ricevendo un semplice rimborso spese a titolo di compenso. Una condizione di precarietà che è inaccettabile e che richiede un intervento immediato e complessivo, anche in merito al riconoscimento delle professionalità culturali non ricomprese nella legge 110 del 2014, al fine di estendere anche a loro la possibilità di accesso ai bandi concorso e al sistema di tutele previsto dalla normativa vigente” – conclude Testamento.

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