South Beach/ CGIL: lavoro e sviluppo non devono essere confusi con speculazioni e chimere

La discussione che si è aperta intorno alla realizzazione di un insediamento produttivo con attività prevalente di servizi turistico-ricettivi denominata South Beach in territorio di Montenero di Bisaccia, merita sicuramente approfondimenti che non possono ridursi a superficiali discussioni sui social o al tifo da stadio che porta a essere pro o contro a prescindere, magari perché si appartiene alla “squadra” dei presunti progressisti o a quella dei cosiddetti retrogradi.

Stiamo parlando della nascita di : 17 ville signorili a due piani, 25 edifici di otto piani, 22 a 10 piani, 41 a 12 piani, 17torri di 15 piani, 23 torri di 20 piani e 16 di 25. Si parla, inoltre, di realizzazione di gallerie commerciali, centri benessere, alberghi di lusso, sale meeting, ristoranti e cliniche private per la cura della persona, campo da golf, canali navigabili collegati direttamente al mare attraverso i quali “sarà possibile ormeggiare un’ imbarcazione nei pressi della propria abitazione”.

Tutta questa elencazione di opere dovrebbe determinare una colata di 5 milioni di metri cubo di cemento in una zona che è sottoposta a diversi vincoli e dovrebbe contenere, a regime, 11mila appartamenti di varia natura, circa 50mila ospiti nella marina di un Comune che ordinariamente è abitato da 11.000 anime e vive spesso di disagi nell’erogazione di servizi periodici legati a un moderato e controllato flusso turistico tipo approvvigionamento idrico e smaltimento rifiuti;

L’Investimento previsto è di oltre tre miliardi di euro con avanzamento della proposta da parte di un magnate canadese coperto da un finanziamento estero di capitali probabilmente cinesi.

Tra altri dettagli citati nella relazione di presentazione del progetto, ci sarebbe lo spostamento verso l’interno della Statale 16 e la progettazione di un aeroporto.

Ad oggi, gli atti amministrativi rintracciabili sono:

la richiesta dell’ex Sindaco di Montenero datata 18 settembre 2020 per la convocazione di un tavolo tecnico con tutti gli Enti e i soggetti interessati per l’approvazione di un Accordo di Programma;

il rinnovo della richiesta proposta dall’attuale Sindaco di Montenero di Bisaccia in data 18 febbraio 2021;

la Delibera n. 67 della Giunta Regionale del 29 marzo 2021 che istituisce il Tavolo Tecnico finalizzato all’Accordo di Programma.

A questi documenti preliminari si è aggiunta, negli ultimi giorni, la nota prot. 3949 della Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, che fa rilevare una serie di precisazioni che richiamano i vincoli e le modalità di tutela e della valorizzazione della zona interessata, che sembrerebbero essere in antitesi con gli usi attualmente compatibili.

Resta il fatto che, la Giunta del Molise esprime “il proprio interesse all’iter” e riconosce “di interesse regionale” il progetto di valorizzazione turistico residenziale denominato “South Beach”.

Tra le motivazioni che spingono forse la Regione e tanti “sostenitori del SI” ci sono quelle che annunciano la creazione di 6000 posti di lavoro nella realizzazione delle opere infrastrutturali e di altri 2000 posti di lavoro per la gestione a regime dell’intero complesso. Una realizzazione che dovrebbe concludersi, secondo le indicazioni progettuali, entro il 2026.

Si parla in definitiva e abbastanza genericamente di “occasione irripetibile di sviluppo”.

La CGIL è da sempre interessata ai temi che mettono in campo le prospettive dello SVILUPPO, del LAVORO e dell’OCCUPAZIONE.

La CGIL preferisce però che queste parole magiche, siano accompagnate anche degli aggettivi che specifichino meglio in quale direzione indirizzare scelte e risorse in una visione più ampia di governo delle dinamiche territoriali rispetto a quelle globali.

La CGIL quando parla di SVILUPPO e di LAVORO, soprattutto dopo questa ennesima crisi, preferisce declinazioni che guardino a NUOVI modello di sviluppo, allo sviluppo di QUALITA’, alla QUALITA’ del lavoro; la CGIL sostiene che questo sviluppo deve generare lavoro buono inteso come esigibilità di diritti e piena realizzazione di uomini e donne nel loro habitat e nel loro contesto di vita tenendo nella massima considerazione la salvaguardia dell’ambiente che li circonda e dei processi di transizione e trasformazione, anche ecologica, che devono guidare le diverse programmazioni.

Nelle piattaforme programmatiche della CGIL nazionale e locale, si rinvengono facilmente argomentazioni che parlano di sviluppo sostenibile, di riduzione del consumo di suolo e che sostengono che “ ….la spinta alla cementificazione in tutte le sue forme e dunque all’impermeabilizzazione dei terreni è stata anche frutto di una miope tendenza culturale che ha attribuito un valore non coincidente con l’interesse pubblico e collettivo di salvaguardia dell’ambiente, dell’agricoltura e dell’irriproducibiltà del suolo….” .

In uno dei tanti contributi forniti dalla CGIL MOLISE con il volume “Dalla crisi a una nuova qualità dello Sviluppo” si sostiene che “ … il territorio è anche cultura, storia, ambiente paesaggio. Questo patrimonio viene però quotidianamente messo a rischio. Solo in Italia , ogni giorno, vengono compromessi 8 metri al secondo di territorio che vuol dire 80 ettari al giorno. Perdiamo periodicamente una parte consistente della biodiversità che vuole dire, appunto, cibo cultura, ambiente qualità della vita. Ecco perché bisogna fermare questo insensato

consumo del suolo: passare dalla cultura dell’espansione alla cultura del recupero urbano, delle aree interne, degli edifici esistenti…”

Riportando questi concetti anche nel settore del turismo, ad esempio, la CGIL ha più volte spinto verso il recupero del patrimonio urbanistico esistente nei nostri centri storici e dell’utilizzo di Fondi Europei per lo Sviluppo Regionale in direzione degli “Alberghi diffusi”, della valorizzazione delle aree costiere e interne, della strutturazione anche normativa delle cooperative di comunità.

A prescindere dalla discussione su questioni storiche e ambientaliste su una zona interessata dall’attraversamento del tratturo l’Aquila – Foggia e da una delle tante aree SIC del Molise, l’idea del mega centro turistico non sembra essere così in linea con le proposte verso cui non solo la CGIL, ma tanti attori politici, economici e sociali locali, si sono spesso rivolti con interesse; quell’idea che parla anche della creazione di un sistema costiero integrato e della valorizzazione di attività autoctone da implementare e da mettere a sistema.

La CGIL guarda con favore alle opportunità di sviluppo che devono riguardare i territori che siano tese ad agevolare processi quanto più possibile condivisi e armonici con gli assetti territoriali che siano moltiplicatori di interesse diffuso e generatori di buona occupazione. Allo stesso tempo è da sempre vigile nel sorvegliare con attenzione quei progetti che sembrano piuttosto colonizzazione del territorio e mega piani speculativi anziché volani di progresso e sviluppo locale e richiama alla cautela quando entrano in campo quasi dal nulla, quelle proposte che presentano troppe incertezze dal punto di vista della sostenibilità economica e che rischiano di sfuggire alla capacità di controllo delle Istituzioni locali, soprattutto in una fase politica nella quale c’è sicuramente la necessità di cantierare opere e infrastrutture migliorando, magari, il Codice degli appalti per far ripartire il Paese, ma ci sono ancora troppe incognite su malcelate volontà di liberalizzare i subappalti e favorire dumping contrattuale, circostanze che ridurrebbero anche le tutele e le garanzie in termini di LEGALITA’ e TRASPARENZA.

Inoltre, in un periodo in cui è altissima l’attenzione sulla green economy, appare strano che si ritenga di “interesse Regionale” proprio in Molise e in un’area pressoché incontaminata, una costruzione del genere di portata mastodontica e ad alto impatto ambientale. Sembrerebbe che la scelta politica della Regione Molise vada in direzione contraria alle indicazioni europee recepite anche dal Governo Italiano, in materia di transizione digitale ed ecologica e di tutela del Patrimonio Culturale e Ambientale.

L’esperienza insegna che, quando sono in campo tanti soldi e vengono annunciate tante promesse, i territori marginali, in via di spopolamento e con gravi carenze in termini di opportunità e occupazione, i territori che hanno una classe politica e dirigente con scarsa propensione alla PROGRAMMAZIONE, facilmente cedono alle false lusinghe e questa rischia di essere una di quelle circostanze.

In termini assoluti, non si può pensare che, in barba alle tante programmazioni proposte dalla stessa Regione Molise in più di un’occasione, in nome della disperazione e delle oggettive difficoltà territoriali, si accetti alla leggera l’idea del primo arrivato che, senza nemmeno tanti argomenti, promette agi e prosperità.

La CGIL Abruzzo – Molise sarà in campo con tutte le sue strutture di riferimento, anche nazionali, per confrontarsi sulle questioni che oggi vengono annunciate in maniera estemporanea e frammentaria e sarà promotrice di momenti di incontro, di approfondimento e di riflessione che provino a dare elementi di chiarezza su questa e altre vicende nell’interesse del territorio e delle migliaia di lavoratrici e lavoratori che vivono e operano nell’area interessata, di tanti uomini e donne che hanno a cuore la costruzione di un futuro sicuramente migliore ma necessariamente dignitoso per loro e per le future generazioni.

Carmine Ranieri Segretario Generale CGIL Abruzzo

Manola Cavallini Commissaria Camera del lavoro di Chieti

Paolo De Socio Segretario Generale Camera del Lavoro Molise

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