Sanità/ POS Molise, questione di…fiducia

di Stefano Manocchio

E’ l’argomento politico del momento in Molise: Il POS (che non è una nuova funzionalità bancaria, ma il Piano sanitario regionale) sarà il terreno di scontro tra maggioranza ed opposizione in Consiglio regionale – e non solo- per le prossime settimane. Sono infatti già intervenuti esponenti sindacali e politici di altri livelli istituzionali , ad esempio gli esponenti PD al Comune di Campobasso ed il sindaco Gravina, ma la lista è destinata a crescere ancora. Mi terrò a distanza dall’argomento oggetto delle critiche, perché questo è stato sviscerato abbondantemente e mi concentrerò sull’atto meramente politico.

Il più esplicito di tutti è stato l’ex-presidente della Regione Molise, Michele Iorio, che ha troncato di netto dicendo: “posso affermare senza ombra di dubbio che siamo di fronte ad un documento che va contro gli interessi del Molise…Non si può chiedere al Consiglio regionale di codificare quanto scritto sull’atto del commissario ed è inconcepibile che qualcuno abbia avuto il coraggio di tradurre su un documento di programmazione una organizzazione della rete dell’emergenza praticamente inesistente sul territorio regionale…Durante i lavori del Consiglio ho formalmente chiesto a Toma di ritirare questo atto e, se gli è stato imposto da Roma, di dimettersi da commissario ad acta perché in qualità di presidente di Regione il suo principale compito è quello di tutelare i cittadini di questa terra”.

Naturalmente dal canto suo Donato Toma avrà modo di spiegare per bene cosa non funziona e cosa si potrà fare per rendere il POS meno rigoroso nei tagli alla sanità e maggiormente comprensivo delle esigenze (che sono esigenze di salute) in un territorio di suo piuttosto difficile, dal punto di vista orografico e per la situazione generale della sanità regionale.

Michele Iorio fa capire di essere anche disposto ad apporre la firma per la sfiducia, (e non è la prima volta), gesto che dalle nostre parti generalmente non sortisce effetto; ma i tempi e le situazioni variano da caso a caso. Le elezioni regionali sono vicine ma lontane, nel senso che mancano pochi mesi alla fine legislatura ma per la politica pochi mesi è un tempo lungo e, quindi, tutto si può decidere e tutto può accadere.

Siamo abituati ad una certa frantumazione politica in questi casi: PD e Cinque Stelle difficilmente suoneranno (o ‘tuoneranno’) all’unisono contro Toma e mozioni unitarie in genere se ne contano poche in Consiglio regionale, ma ancor più saranno difficili su un argomento così importante.

Iorio adesso sarebbe in maggioranza come quadro politico nazionale, ma di fatto all’opposizione non essendo nella squadra di maggioranza come è uscita dall’ultima tornata elettorale per le amministrative in Molise. A farla breve, la sua ‘prima firma’ sulla mozione di sfiducia, seppur supportata da Cinque Stelle e PD (fatto, come detto, tutt’altro che scontato, anzi) non sfiducerebbe di fatto Toma, ma avrebbe bisogno di una sponda nella maggioranza: e chi potrebbe darla? Da un po’ di tempo sull’Aventino sono saliti in diversi, seppur con posizioni e atteggiamenti differenziati.

Michele Iorio

Non sono in questo momento soddisfatti diversi politici anche con incarichi nell’esecutivo, ma sono proprio quelli che difficilmente farebbero un passo così ‘pesante’, come la sfiducia del ‘loro’ presidente e da questo punto di vista le elezioni sono ancora troppo lontane per cercare di anticiparle. Poi qualcuno dovrebbe sobbarcarsi l’onere di far rischiare alla Regione una situazione di stallo ipoteticamente lunga e il ricorso all’esercizio provvisorio che, nei pagamenti e nei finanziamenti, sarebbe una Caporetto; significherebbe fermare l’economia locale in un momento in cui non si può perdere un solo euro di produzione, con problemi economici per imprese e famiglie che sono dietro l’angolo.

Allora forse ci sarà una ‘sfiducia controllata’, che non passerà, a cui seguirà la promessa del presidente della Giunta verso nuove aperture nella rappresentanza nell’esecutivo regionale o negli incarichi secondari, per ‘tener buona’ la maggioranza…e tutto tornerà come prima, rapidamente.

Se dovesse essere confermato questo come quadro politico, meglio lasciar stare tutto com’è, perché i molisani non capirebbero il gesto della sfiducia in un momento così difficile e grave per l’economia nazionale e regionale; questo ‘scollamento’ sarebbe come la mannaia definitiva contro il rilancio del territorio dopo i terribili momenti del lockdown e la crisi energetica in atto (ed in evoluzione ancora peggiore). Si può invece, ad esempio, guardare con attenzione verso l’impegno promesso dalla deputazione parlamentare molisana ad agire affinché venga considerato il cosiddetto ‘decreto Molise’ per dar respiro all’economia locale e mantenere livelli di assistenza sanitaria dignitosi.

Il POS certo non va bene così com’è: ma collegarlo ad un crisi di governo, nel nostro piccolo Molise, vorrebbe dire andare verso la protesta di piazza. Bisogna assolutamente evitarlo.

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