Regione/ Elezioni: e se la presidenza andasse al Terzo Polo?

di Stefano Manocchio

Abbiamo parlato della ‘gestazione’ di un ipotetico Terzo Polo in Molise in riferimento alle prossime amministrative in regione e su questo argomento il gossip è diffuso e variegato, nel senso che ci sono previsioni diverse ed opposte tra loro. Questo vuol dire due cose: che c’è interesse verso forze politiche non inquadrate rigorosamente nelle due coalizioni maggiori e che i fatti della Regione Molise potrebbero portare a ridefinire il quadro partitico sul territorio locale. Tradotto dal politichese s’ipotizzano continui spostamenti di esponenti dai partiti ‘coalizzati’ verso questa nuova aggregazione partitica e questi potrebbero diventare anche di una certa consistenza e tali da condizionare l’esito elettorale. Ma non corriamo troppo.

Finora il Terzo Polo è stato identificato come l’alleanza tra Azione di Carlo Calenda ed Italia Viva di Matteo Renzi: già così non è poco (proprio ieri un sondaggio nazionale li ha dati come piuttosto forti elettoralmente, ma non abbastanza da poter vincere in una logica libera dalle coalizioni di centro-destra e centro-sinistra). In Molise al momento abbiamo solo i riferimenti ‘statutari’ di queste due sigle politiche e sappiamo solo che segretario regionale di Azione è Luigi Valente e che l’esponente di spicco di Italia Viva è l’ex-parlamentare Giuseppina Occhionero oltre al referente locale Donato D’Ambrosio. In sostanza la squadra elettorale è ancora in divenire e pare che in questi giorni lo stia ‘divenendo’ se così si può dire.

Il ‘rinato’ Terzo Polo ( di fatto è sempre esistito con forme diverse negli anni) potrebbe costituire alternativa valida al centro-destra ma anche al centro-sinistra non solo per i delusi per la mancata candidatura, ma anche per politici navigati ed insoddisfatti del bipolarismo perfetto. Naturalmente attratti dovrebbero essere i partiti minori del centro destra, cioè Popolari ed UDC, ma anche i moderati del centro sinistra che non hanno casa politica gradita. Però si vedono al momento reazioni diverse all’ipotesi, se è vero che Salvatore Micone viene visto come interessato ad essere della partita, mentre Vincenzo Niro al momento prende le distanze.

Il nodo centrale, come sempre, è costituito dal comportamento che terrà Aldo Patriciello. Il feeling tra l’europarlamentare ed il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, inteso come stima reciproca, è apparso chiaro a tutti, come eguale considerazione importante ci sarebbe anche con la parlamentare campana Mara Carfagna di Azione: inoltre un ipotizzato incontro privato con l’on. Rosato avrebbe già aperto la strada almeno al dialogo. Ma questo può significare tutto o niente e un suo passaggio darebbe al Terzo Polo una spinta inusitata finora. Ma non sono tutte rose e viole perché uno strapotere di ‘ex-forzisti’ sbilancerebbe il Terzo Polo e soprattutto sarebbe deterrente per l’approdo di altri esponenti politici, quelli con una situazione elettorale ‘in bilico’.

Ma c’è ancora tanto da capire ad iniziare dal fatto che a livello nazionale il Terzo Polo non è alleato con il centro destra, o almeno non lo è ancora. Non si esclude, infatti, che una eventuale riproposizione della candidatura a presidente della Regione Molise in favore di Donato Toma provochi di conseguenza lo spostamento del Terzo Polo verso il centro sinistra: è fantapolitica? Probabilmente, ma la fantasia non di rado supera la realtà.

Ancora una considerazione: sembra che il ruolo che il Terzo Polo si stia ritagliando sia di ago della bilancia tra le due coalizioni facendo forza proprio su questi ipotizzati passaggi e come tale, in caso di ‘campagna acquisti’ corposa, Azione, Italia Viva e gli altri penserebbero addirittura di poter chiedere la presidenza della Regione Molise. In questo caso, a seconda dei passaggi, sarebbero tre i papabili: Salvatore Micone (con l’alleanza con l’UDC), Gianluca Cefaratti (con il passaggio di parte di Orgoglio Molise), oppure, nel caso di candidatura di genere (il termine ‘quota rosa’ obiettivamente è meno elegante e in un certo senso riduttivo), Stefania Passarelli.

Quello che è chiaro è che la ‘moda’ dei tecnici e degli esponenti della società civile è passata e adesso i partiti vogliono per la poltrona più ambita persone con esperienza politica o amministrativa documentabile; questi ed altri nomi in arrivo ne sono la testimonianza.

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