Quirinale: Azione di Carlo Calenda propone Marta Cartabia

Il ruolo di Presidente della Repubblica è uno dei più importanti in assoluto nel nostro
ordinamento, e questo impone alle forze politiche di trovare, con serietà e responsabilità
istituzionale, un nome all’altezza dell’incarico. Azione ha già da tempo “scoperto le carte”; mentre gli altri partiti cercano personalità autorevoli (salvo poi sbandierare nomi molto opinabili per ragioni di calcolo politico), Carlo Calenda ha fin da subito indicato in Marta Cartabia il candidato ideale, fermo restando che sostituire l’ottimo presidente Mattarella sarà un compito arduo per chiunque.

Potremmo dire, cavalcando facili argomentazioni di tendenza, che Marta Cartabia è la persona giusta in quanto donna. Be’, questo sarebbe offensivo verso di lei, e verso tutte le donne. Noi di Azione crediamo in un valore che assurge a prerequisito per la politica: la competenza (“Il politico onesto è il politico capace”, diceva Benedetto Croce). Nei posti di comando devono essere presenti persone capaci, non persone in quanto uomini o in quanto donne. E questo ha spinto i leader di Azione a fare il nome di Marta Cartabia.

Non devo certo io raccontare il curriculum di Cartabia, che invece parla da sé: giurista, è stata docente universitaria di diritto costituzionale, membro (e Presidente) della Corte costituzionale, ed è oggi Ministro della Giustizia.

I suoi studi, i suoi trascorsi, e la sua personalità la rendono perfetta per il ruolo di Capo dello Stato. Come da Costituzione, il Presidente della Repubblica ha fondamentali funzioni di garanzia che si estendono, come recettori di sicurezza pronti a cogliere ogni segnale di allarme, in tutti e tre i tradizionali rami del potere (legislativo, esecutivo e giurisdizionale); è inoltre garante della Costituzione e simbolo dell’unità nazionale.

Già questi dati impongono che un ottimo Presidente della Repubblica debba essere una persona esperta di diritto costituzionale, dal temperamento vigile e al contempo equilibrato, nonché persona non divisiva.

Entrando in una trattazione più tecnica, il Presidente della Repubblica ha il potere di scioglimento delle Camere, nonché il potere di porre un veto su proposte di legge palesemente in contrasto con la Costituzione. Questo rende il Presidente della Repubblica un contrappeso rispetto al potere legislativo.

Con riferimento al potere esecutivo, il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questi, i Ministri. Ovviamente, il Capo dello Stato non è completamente autonomo in queste scelte: dovendo il Governo ricevere la fiducia del Parlamento, è chiaro che il Presidente della Repubblica debba nominare una squadra di Governo espressione della maggioranza parlamentare.

Infine, quanto al potere giurisdizionale, il Presidente della Repubblica è Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura (l’organo di autogestione della Magistratura, cosa che ne assicura l’indipendenza), ed ha inoltre il potere di concedere la grazia, ossia un provvedimento che annulla, per singoli e speciali casi, sentenze di condanna penale.

Emerge, in conclusione, che il Presidente della Repubblica è un ago della bilancia istituzionale, il cui equilibrio potrebbe essere gravemente compromesso con persone non all’altezza. Umanamente è brutto dirlo, ma non chiunque è adatto a ricoprire tale ruolo. Dei pochi e nomi papabili, quello di Cartabia ci sembra il più adatto, e la speranza è che su di lei ci sia la più ampia convergenza parlamentare.

Elia Tirro
Responsabile Dipartimento Giustizia di Molise in Azione

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